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Mancano pochi giorni alla chiusura del calciomercato e possiamo fare qualche considerazione, anche alla luce delle due giornate di campionato giocate.
Abbiamo visto giocare tutte le avversarie per la qualificazione Champions League e si può tranquillamente dire che – almeno in questo momento – tra questa forse abbiamo la rosa se non più scarsa (sarebbe ingeneroso), quantomeno la più risicata.
Ci attende un campionato lungo, con l’incognita coronavirus, e quasi sicuramente la positività di qualcuno si sommerà ad infortuni e squalifiche. O a cali di forma.
Questo ci parta a valutare come scarna la nostra panchina. Tralasciando l’Atalanta i cui risultati sono frutto di schemi e moduli collaudati, e che fa della dinamicità il fattore che dallo scorso campionato l’ha trasformata in una sorta di Barcellona, le altre squadre hanno panchine da cui attingere ben più nutrite e qualitative della nostra.
I cinque cambi abbiamo visto che fanno la differenza, visto che di fatto si può sostituire mezza squadra.
Le nostre lacune sono evidenti: ci manca un centrale difensivo, un vice Ibrahimovic (non può essere il giovane ed inesperto Colombo), e un centrocampista “di peso”. Parliamo di soggetti che possono sedersi in panchina, ma anche giocare titolari dando valore aggiunto.
Bene l’acquisto del norvegese Hauge, che ha ricordato i blitz dell’epoca d’oro di Galliani. Ma non basta di certo.
Crediamo che in questo ultimo scorcio di mercato la proprietà debba compiere quei passi necessari per l’ultimo, ma fondamentale, salto di qualità della squadra.
In caso contrario, si potrà solo sperare in qualche colpo di fortuna o casualità per tenere il passo delle più forti.
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