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L’arrivo di Hauge al Milan è una bella parabola di altri tempi. Quelli in cui il Milan di Galliani e Berlusconi, vedeva un giocatore giovane e interessante, e staccava un congruo assegno per portarlo a Milanello. Valeva per gli italiani (Lentini e Donadoni, tanto per far due nomi), quanto per gli stranieri.
Rapidità e decisione nell’azione erano fondamentali. L’Allure del Milan (dell’epoca) altrettanto.
Dopo decenni abbiamo rivissuto quelle gesta nell’acquisto di Jens Potter Hauge, norvegese del Bode, battuto giusto una settimana fa nella fase di qualificazione dell’Europa League.
Jens “il vichingo”, come lo soprannomirebbe un vecchio cuore rossonero come Carlo Pellegatti, è un attaccante classe 1999 e corrisponde al profilo di giocatore che avrebbe scelto KKK: giovane, talentuoso e a basso costo.
Il norvegese ha decisamente colpito nella gara contro i rossoneri: dribbling, fantasia, forza fisica, tecnica. Quello che serve a questo Milan.
Peraltro il giocatore, seppur ancora ventenne, ha un fisico importante, grazie ai suoi 184 cm e una compressione fisica notevole, ha dato prova di resistere ai contatti “ruvidi”.
Adesso che è a Milanello è facile dire che abbiamo preso uno sconosciuto. Ma sappiamo che sulle sue tracce c’erano alcuni dei migliori club della Premier League, il posto che sognano tutti i giocatori del Nord Europa, visto che è l’unico o quasi campionato estero che seguono.
Invece Jens ha scelto di venire al Milan, e al suo arrivo ha detto che non vede l’ora di giocare con Ibrahimivic.
Se lo svedese fa crescere bene il norvegese ci sarà da divertirsi. Chi ha detto che il suo ruolo è solo come giocatore?