Ripartiamo da Ibra Elliott ha compreso che il suo apporto va oltre al campo
04/09/2020
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Lo volevano i tifosi, lo volevano i giocatori, lo voleva l’allenatore, ma un minimo di suspance c’era. Il rinnovo di Ibrahimovic non era poi così scontato.
Rimettere sotto contratto un giocatore che si avvia ai 39 anni non è mai facile, anche se parliamo di Ibra. Anzi, proprio perché si parla dello svedese e del suo agente Raiola. Si sapeva che l’ingaggio sarebbe stato decisamente oneroso, ma dare sette milioni netti a un giocatore di quell’età può apparire come una spesa decisamente fuori scala. Nessuno prende quei soldi a fine carriera.
Ma Ibra è Ibra, e il suo ruolo – come più volte evidenziato – va oltre al mero aspetto tecnico. E’ di fatto il tutor della squadra, ruolo che gli si addice perfettamente.
Non va infatti dimenticato che, oltre all’arrivo di Pioli, è stato proprio con l’inserimento dello svedese in campo e nello spogliatoio che il Milan ha cambiato pelle e passo nello scorso campionato. L’età quindi ha un peso relativo.
Quello che conta è che Elliott (e Gazidis) ha ora compreso l’importanza del giocatore. Non va dimenticato che avrebbe potuto essere a Milanello già dal giugno precedente e che la dirigenza aveva detto un secco no alle richieste di Boban e Maldini per averlo.
Il suo carisma e la sua volontà sapranno far crescere i tanti giovani che abbiamo in rosa, insegnando loro quell’etica del lavoro e della dedizione che negli ultimi anni apparivano sbiadite a Milanello.
In un certo senso è come se avessimo riportato un pezzo importante della mentalità vincente del Milan berlusconiano che decisamente sembrava persa.
Non ci aspettiamo miracoli, ma che questo campionato alle porte riparta nello stesso modo in cui è finito quello precedente.
Con Ibra è possibile.
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