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Ralf Rangnick non si è mai seduto in via Aldo Rossi, non ha mai varcato il cancello di Milanello, non ha mai calpestato il prato di San Siro.
Eppure c'è chi, sui social, parla di effetto Rangnick, di mancanza di progetto per il Milan e di grande delusione perché la scelta di Pioli è un ripiego.
38 punti in 17 giornate non sono un risultato da trascurare, ma c'è chi sostiene che con Rangnick ne avremmo fatti molti di più.
Come se Rangnick sia una specie di Zidane, un Klopp un po' più vecchio o un Ancelotti con tanta fame.
Il problema è che il tedesco è un ottimo scopritore di talenti, ma i titoli, quelli veri, quelli che contano, li ha visti da lontano.
Quindi, con precisione, perché Rangnick, il nuovo, dovrebbe fare meglio di Pioli, l'usato sicuro?
Nel dettaglio, perché il progetto Rangnick dovrebbe avere maggiori possibilità di successo, considerando che sarebbe l'ennesimo anno zero e che sappiamo che vincere al primo anno in Italia è un'impresa riuscita a pochi, rispetto a Pioli?
Ai tifosi non importa del bilancio, perché si sa che i ragazzi cresciuti con Rangnick vengono venduti bene, ma contano i risultati. Il Milan di Pioli ha giocato e divertito in questo mese e mezzo, pensare di buttare tutto alle ortiche sarebbe stata una sciocchezza.
Quindi, le vedove di Rangnick vogliono un Milan vincente o un Milan che viene rifondato per l'ennesima volta?