Sfoglia, usa mouse e frecce
______
In questa stagione abbiamo visto due Milan. Il primo sotto la guida di Giampaolo, che possiamo definire - senza tema di smentita – disastroso. Il secondo con Pioli in panchina ha fatto passare la squadra dal quattordicesimo posto al sesto, che sarebbe stato probabilmente il quinto se la Roma non fosse stata inopinatamente aiutata dalla classe arbitrale.
Se con il Maestro sembrava che in rosa ci fossero in gran parte pipponi, con la rivoluzione Pioli, con l’arrivo di Ibrahimovic e le cessioni di Piatek e Suso, la squadra ha messo in luce di avere al proprio interno giocatori importanti e di rendimento.
Lo dimostra fulgidamente la media punti, che nel girone di ritorno ci vede abbondantemente sopra i due a partita. Non avessimo perso tempo nel girone di andata, saremmo decisamente nei piani altissimi della classifica.
E se guardassimo solamente alla Fase 2, dopo la ripresa della pandemia, saremmo in testa alla classifica. Roba da mangiarsi le mani.
Ma è inutile recriminare sul passato. Le prestazioni della Fase 2 hanno fatto rilevare anche alla dirigenza che non c’è una rivoluzione da fare. Avevamo e abbiamo giocatori giovani, che avevano bisogno di un progetto non cervellotico. E di una guida spirituale con Ibra, che si fa sentire dentro e fuori dal campo.
Abbiamo battuto alla grande Juventus, Roma e Lazio; pareggiato col Napoli al San Paolo e con l’Atalanta pur decimati.
La squadra certamente ha bisogno di rinforzi, ma non è certamente da rifondare.
Peccato solo non aver incontrato l’Inter.
Leggi il prossimo articolo
Gazidis, gli sponsor e i conti che non tornano
Vai al Sommario del
Magazine di questa settimana
Magazine di questa settimana