L’alba di un nuovo domani La vittoria contro la Juventus il viatico per un futuro diverso

10/07/2020

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Battere la Juventus, particolarmente nell’ultimo decennio in cui la squadra bianconera è stata capace di vincere otto scudetti consecutivi ed ha ormai quasi messo in bacheca anche il nono titolo, non poteva essere un’impresa semplice.
Riuscire a farlo poi in rimonta, portando la gara dallo 0-2 in favore loro al 4-2 in favore del Milan era uno di quei sogni talmente belli e celestiali che la testa di un milanista, in questo momento storico, faceva persino fatica a provare di immaginare.
Ed invece questo è successo e questa vittoria non può essere classificata semplicemente come una congiunzione astrale favorevole o come un evento casuale: si tratta di uno di quei momenti che possono cambiare la storia di un club.
Ecco la sensazione che i milanisti hanno ricavato da queste ultime due settimane (in cui ci sono state due vittorie nette e convincenti su Roma e Lazio ed in cui c’è stata questa clamorosa rimonta sulla Juventus) ha un retrogusto speciale, di portata quasi storica.
Nel Milan di oggi ci sono germogli di alta prospettiva, di qualità tecnica elevata, di talento cristallino, di bella e vigorosa gioventù, germogli che mai negli ultimi anni erano stati presenti nell’organico rossonero.
Per questo va sottolineato il grande lavoro portato avanti con professionalità da Stefano Pioli e per queste ragioni va ribadito che del Milan spento e senza bagliori di inizio stagione è rimasto davvero ben poco.
Quella di oggi è decisamente un’altra squadra; è un Milan finalmente capace di tenere il campo con grande carattere contro la squadra di Cristiano Ronaldo, di non deprimersi dinanzi alle avversità, di saper soffrire nei momenti giusti.
Pensare il domani con questi presupposti non è più qualcosa di utopistico perché il Milan di oggi ha una base importante su cui lavorare, grazie a cui provare a crescere, su cui essere bravi ad innestare gli elementi giusti per completare il puzzle.
E vincere contro la Juventus con quella rimonta da grande squadra è stata soltanto la ciliegina sulla torta di un periodo in cui la squadra rossonera si è dimostrata sempre viva, forte, presente a sé stessa e mai passiva verso qualsiasi avversario.
Grande importanza certamente l’ha avuta l’arrivo a Milanello di Zlatan Ibrahimovic: lo svedese ha cambiato la mentalità del gruppo con la sua forza psicologica, prima mettendosi a disposizione dei compagni e poi diventandone il leader assoluto.
Difficile pensare ad un Milan senza Ibra a partire dalla prossima stagione ma la carta d’identità impone scelte e riflessioni da entrambe le parti. Inoltre, il Milan di oggi è molto Ibra ma sa essere tanta roba anche senza la presenza dello svedese.
Il talento è stato canalizzato nella maniera giusta e, usciti dal giogo senza senso dell’utopismo di Giampaolo, il Milan è stato capace di diventare anche una squadra capace di esprimere un calcio gradevole e di qualità.
Il futuro ovviamente lo conosce solo Dio, ma l’alba di un nuovo domani e i primordi di un ciclo da squadra di livello è già possibile intravederla fra le pieghe di alcune prestazioni e fra le giocate di alcuni giocatori di qualità.

Capitan Uncino



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