Rino, il palo dell'Empoli e il tempo che scorre Una vittoria non fa primavera, ma chi nasce quadrato...

19/06/2020

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... non può morire tondo.
I tifosi rossoneri hanno sempre adorato lo spirito guerriero di Rino Gattuso. Anche a Roma, dopo la finale, si è visto che lo spirito del condottiero non si è mai sopito.
Molti tifosi hanno festeggiato l'arrivo di Gianpaolo, sostenendo che Gattuso non aveva dato un gioco alla squadra, con un finale di stagione non esaltante.
Eppure, a cinque minuti dalla fine del campionato, un paio di centimetri hanno fatto la differenza tra il successo e la sconfitta, un palo si è messo in mezzo tra una Champions e un posto in Europa League, tra il paradiso e l'inferno.
A guardare Rino ora, subentrato a un mostro sacro come Ancelotti, si trova a vincere una Coppa Italia eliminando l'Inter, avete letto bene, e la Juve, avete letto meglio.
Esattamente come il suo Milan del 2003.
Una questione di carattere, di destino, ma anche di capacità di motivare.
Non è considerato un allenatore top e lui stesso è consapevole di dover lavorare molto, ma alla fine qualche risultato lo porta, di riffa o di raffa e il calcio ricorda i vincenti, non le comparse.
Chissà cosa sarebbe accaduto in questa stagione con Gattuso seduto, o meglio, in piedi davanti alla panchina rossonera, nessuno lo sa e forse non è nemmeno un vero rimpianto, ma solo un sogno romantico di tanti tifosi.



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