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Alla luce del bilancio disastrato che avrà l’AC Milan al 30 giugno 2010, è bene fare qualche considerazione. Parlare di quattrini alla vigilia della ripresa del campionato ha senso e deve portare a parecchie considerazioni.
Sono venuti meno gli incassi da stadio da marzo in poi. Qualora anche si ripartisse il 19 giugno, sarebbero poche le partite che potrebbero portare soldi freschi, visto che probabilmente si giocherà a porte chiuse o quasi.
I soldi dalle TV (broadcasting) sono sub judice, visto che Sky e DAZN giustamente vogliono rivedere quanto versare alla Lega in mancanza di prodotto calcio fornito.
Rimangono quelli scarsi dal marketing. Ma ciò significa un bilancio in profondo rosso. Anzi, profondissimo.
Anche se il Fair Play Finanziario è quantomeno in freezer se non morto e sepolto, è chiaro che la società dovrà fare qualcosa per poter operare sul mercato.
Da tempo si parla di un modello aziendale basato sul Player Trading, cioè generare plusvalenze dalla vendita di giocatori. Per capirsi, è ciò che fanno da anni in Italia squadre come Udinese e Atalanta.
E’ palese che se ogni anno si vendono i giocatori migliori non si può certo aspirare a ritornare stabilmente nei posti alti della classifica. Anzi, se si scelgono giocatori che poi non rendono come sperato, diventa difficile poi rivenderli. E ti rimangono in rosa per tutto il tempo del contratto. Al massimo si cedono in prestito.
C’è da dire che praticamente tutte le società in Italia e in Europa sono nelle stesse condizioni, più o meno. Hanno fatturati in picchiata e scarsa liquidità.
E’ quindi accettabile una scelta di player trading per finanziare gli acquisti per il nuovo allenatore?
In questo periodo storico sì, visto che sembrerebbe l’unica fonte di liquidità. Si possono vendere Donnarumma, Bennacer e pure Hernandez, a patto di prendere giocatori che li sostituiscano degnamente e che possano consentire un miglioramento qualitativo della rosa.
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