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In questo periodo buio parlare di calcio è quasi impossibile. Il bollettino di guerra che ci accompagna ogni giorno ci crea uno shock non indifferente, ci fa stringere i nostri cari al petto e ci fa capire il vero senso della vita.
In questi giorni viene quasi il voltastomaco nel sentire discutere della diatriba sui tagli degli stipendi, di campionato da finire a tutti i costi anche se a porte chiuse.
L’italiano oggi non ha bisogno del calcio, non ha bisogno di distrazioni effimere. Il popolo ha bisogna di tranquillità, di aiuto, di appoggio, di solidarietà. Quando passerà la pandemia ci sarà un Paese in ginocchio economicamente ma anche psicologicamente. Un trauma così profondo non si volatizzerà dall’oggi al domani.
Sentir parlare di giocatori che mugugnano per il taglio di una piccola parte della retribuzione provoca nausea, sentir parlare di campionato da portar avanti mette in evidenza tutta l’inadeguatezza del nostro sistema calcio.
Sembrerebbe che questa cocciutaggine nel ribadir che la competizione si debba assolutamente concludere, sia legata al fatto che la nostra cara serie A è piena di debiti, ed i soldi dei diritti televisivi sono fondamentali per mandar avanti tutto il baraccone.
Da non tralasciare il fatto che concludendo così il torneo sul campo, se ne aprirebbe immediatamente un altro nelle sedi legali. Questo perché chi retrocesso e chi promosso rischierebbe di veder svaniti tutti i propri sforzi sportivi e ed economici.
Preferiamo non parlare del gran signor Ceferin e di quella congregazione di ignobili al comando del calcio europeo. La Uefa che è rimasta impassibile continuando a far giocare la competizione anche quando arrivavano le prime avvisaglie sul virus, adesso chiede insistentemente alle varie leghe europee di concludere i rispettivi tornei se vorranno partecipare alle future coppe. Atteggiamento squallido di chi pensa di poter decidere le sorti altrui come un vero e proprio burattinaio.
Fortuna vuole che in giro c’è ancora gente per bene e sana di mente, in Belgio hanno deciso che il campionato è chiuso qui e non si scenderà più campo. La Premier ancora non ha deciso, Liga e Serie A dovrebbero ricominciare e finire in estate inoltrata.
Come rovinare l’immagine di uno sport, sempre più lontano da quella popolazione che negli anni lo ha arricchito allontanandolo sempre di più dai veri valori che lo hanno fatto nascere.
Finire il torneo e coppe in agosto, vuol dire rovinare la prossima stagione che si concluderà con gli Europei di calcio a giugno. Senza tralasciare che ci sarà un mercato calciatori aperto praticamente tutto l’anno, con trasferimento tra un turno e l’altro di campionato.
I troppi soldi hanno rovinato questa disciplina, che sembra sempre più entertainment come il wrestling americano. Chissà se alla fine di questo tunnel si tornerà tutti con i piedi per terra.
YouRedBlack
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