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Quanto si parlerà ancora di Zorro Boban e della sparata contro Gazidis e società sulle pagine della Gazzetta dello Sport...
Il fatto incredibile che quelle che sembravano parole scolpite nella pietra in epoca pre Covid-19, se non fossero state pronunciate avrebbero potuto cambiare totalmente le sorti del Milan.
I giochi ora sono fatti, Boban e il Milan hanno risolto il contratto, ma se avesse avuto la pazienza di attendere, lo scenario sarebbe meno confuso a Casa Milan.
Ora, di fatto, manca la dirigenza, anche Maldini è in fase di ripensamento e comunque di ridiscussione della posizione che occupa in seno alla società e l'Amministratore Delegato non si troverebbe con un pugno di mosche in mano considerando che del calcio di questa stagione e della prossima, non a livello italiano ma internazionale, tutto sembra essere un grosso punto interrogativo.
In tutto questo frangente di confusione, anche la positività al virus di Paolo Maldini non è stata di grande aiuto.
A giudicare da come la società si è mossa in questo periodo, la differenza sostanziale con le altre società è stata enorme. I cugini nerazzurri hanno fatto recapitare ai giocatori macchinari per allenarsi, mentre i rossoneri postavano sui social sedute casalinghe con mezzi di fortuna (il piccolo asciugamano di Castillejo ha fatto il giro del web).
Se si vuole essere una società all'avanguardia, si deve porre attenzione su tutto e la comunicazione è al centro.
Ma non è tutto.
Boban avrebbe fatto da parafulmine in questo periodo, ma anche aiutato a cercare giocatori importanti che con la crisi evidente dello sport mondiale potrebbero essere alla ricerca di esperienze diverse.
Non è una questione di "progetto giovani", termine abusato negli anni a Milanello, ma di giocatori utili alla causa.
Senza certezze, è difficile ipotizzare di fare mercato, senza guida tecnica è impossibile attrarre qualcuno solo per il blasone della maglia.
Zorro Boban si sarà pure tolto un peso dal punto di vista manageriale, ma non ha fatto certo il bene del Milan. Avesse atteso un po', ingoiato qualche rospo, magari avrebbe potuto sfruttare la situazione a proprio favore perché il calcio di domani non sarà legato strettamente a quello del passato.
Peccato, Il Milan deve ripartire e il progetto Rangnick sembra promettere bene, ma rischia di essere solo un progetto che resta nel cassetto, non per volontà del Milan o del tedesco, ma per la situazione contingente.