Gazidis e l'uva Rangnick o no, la frittata è fatta

13/03/2020

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Vederlo a sugli spalti Gazidis da solo a San Siro è stato un colpo al cuore.
Non per le distanze da rispettare per il corona virus, quanto perché è l'immagine di questo Milan di inzio 2020.
Il manager si trova a dover rifondare la società apparentemente da solo.
Zvone Boban si è chiamato fuori con l'intervista rilasciata alla Gazzetta e Paolo Maldini ha deciso di prendere tempo.
Premesso che l'intervista del croato, non essendo concordata, va a togliere i benefici del dubbio sull'esito della vicenda, ma è chiaro che "qualche magagna ci sia".
Se Boban va alla Gazzetta a rilasciare un'intervista bomba, è improbabile che l'ufficio stampa e quindi il Milan non lo sappia.
A questo punto, perché nessuno è intervenuto, perché nessuno ha preteso di leggere l'intervista in anticipo e quindi replicare, nel caso, correggere, rettificare?
Gazidis sta facendo un po' quello che accade nella favola della volpe e l'uva? Disprezza qualcosa che non può avere.
Infatti, disprezza il milanismo perché non potrà averlo, mal digerisce il modo italiano di interpretare il calcio, di viverlo con tanta passione.
Disprezza le TV, ma anche la lingua italiana, ma anche la Lega che delega al presidente Scaroni.
Gazidis fa la volpe, ma alla fine è lui che deve scegliere, nel bene o nel male è colui che per conto del fondo Elliott decide e a gennaio ha deciso che il monte ingaggi doveva calare, il numero di giocatori in rosa doveva calare, che la squadra andava ridimensionata e che, soprattutto, la guida tecnica e sportiva andava cambiata.
Ci sta, ma è curioso che si speri che nessuno, soprattutto se dotato di spiccata personalità, si lamenti.
Ha fatto la volpe, ha giocato d'astuzia, ma ora è solo, come domenica a San Siro.
Sono finiti gli alibi anche per lui.

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