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Che confusione! No, non è l’inizio della famosa canzone della Sud dedicata ai gobbi, ma quello che è il Milan da diversi anni, un caos degno dell’asilo Mariuccia.
Incredibile come una club modello nel mondo sia diventato un circo vero e proprio.
Oggi il Milan è l’immagine dell’instabilità, e questo al di là dei risultati sportivi che sono pessimi. Qui si va oltre la classifica ed il bilancio. Una frenesia nel cambiare tutto dopo pochi mesi, un via vai di gente che ha portato il NOSTRO glorioso club all’81esimo posto della classifica Uefa.
Il tifoso è l’unico sempre presente, e tra poco sarà anche l’unico a conoscere la storia del Milan. Con Zorro licenziato dopo il suo ingenuo sfogo da “innamorato rossonero”, l’immenso Paolo sarà l’ultimo probabilmente a lasciare questa nave in mezzo alla tempesta.
Ma cos’è una società calcistica senza la sua storia? Non entriamo nei meriti o meno di un manager strapagato che ad oggi non ha portato nulla di concreto visivamente parlando, ma esigiamo rispetto verso la nostra leggenda. Giù le mani da Maldini, parliamo di mezzo secolo di Milan, partendo da Cesare ed arrivando a Daniel. Una storia unica e irripetibile, che è stata, è, e dovrà essere vanto per il Milan in tutto il mondo e per sempre! Maldini vuol dire Milan, sia chiaro al supermanager a capo di tutto.
Da Londra dicono che i tifosi Gunners non rimpiangono per nulla Gazidis, noi invece si piange sapendo sarà lui a prendere le prossime decisioni sul futuro del club. E naturalmente essendo grande conoscitore di calcio, il suo obiettivo per la panchina e non solo, è il professore tedesco Ralf Rangnick.
Diciamo subito che non conosciamo benissimo il nuovo profeta, ma ci siamo documentati ed abbiamo molti dubbi sul suo profilo. Innanzitutto non ha mai allenato una squadra blasonata, quindi con conseguenti pressioni non paragonabili a quelle che “Mad” Ralf ha vissuto. Tra l’altro lo stesso mister già in passato si prese un periodo di pausa perché troppo stressato.
Ci dicono sia una persona fuori dagli standard, eccentrico ma gran lavoratore. Uno che pensa calcio 24 ore su 24, che non ama molto le limitazioni ed è abituato a comandare prendendo decisioni in prima persona.
Quest’ultima cosa la vediamo alquanto incompatibile con l’attuale AD rossonero che si dice metta bocca ovunque, pur non sapendo in base a quale qualifica o esperienza sportiva maturata.
Tornando a Ralf, il suo gioco è impostato su pressing forsennato, recupero palla e verticalizzazione immediata. In Germania ha fatto la fortuna di un paesino di 3000 abitanti come Hoffenheim, portato lo Shalke04 in semifinale di Champions e costruito la favola Lipsia. Progetti affascinanti per come realizzati, ma non sempre questi modelli sono sinonimo di successo e compatibili per tutte le piazze.
Sappiamo cosa sia il Milan nel mondo anche oggi dopo anni vergognosi. Sembra si stia intraprendendo una via di ricostruzione totale con una struttura dirigenziali di stampo anglosassone. In Italia sarebbe una novità, siamo molto dubbiosi che questa impronta riesca ad integrarsi nei meccanismi di in calcio “macchiavellico” come quello italiano.
Ennesimo azzardo, che conoscendo la pazienza del comunicatore Gazidis, durerà probabilmente per qualche mese prima dell’ennesimo ribaltone. Sempre che insieme al tedesco non arrivi la stessa Red Bull, d'altronde il cartello “VENDESI” è sempre appeso sui cancelli di Milanello.
FVCR
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