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"Era una partita da vincere, anzi era vinta. Abbiamo preso gol al 91′ e l’ha decisa l’arbitro, con il V.A.R.. Un errore clamoroso, secondo noi, non aver espulso Ante Rebic. Avremmo passato il turno al 99,99%”.
Con queste parole Walter Mazzarri si è presentato di fronte ai giornalisti in sala stampa, con accuse precise e pesanti.
Eppure quando lo scorso anno ha ricevuto un rigore generoso a Torino contro di noi non si è scandalizzato e non abbiamo sentito dire una parola dopo il gol del pareggio della gara di andata del campionato, confezionato dopo una splendida azione granata frutto, però, di un fallo clamoroso non fischiato ai danni di Hakan Calhanoglu.
Troppo facile prendersela con l'arbitro per una presunta gomitata, visto che ne il Var dove c'erano Banti e Preti, ne ovviamente l'arbitro Pasqua e nemmeno il quarto uomo Giacomelli e persino due guardalinee Valeriani e Colarossi hanno giudicato il comportamento come violento e non solo scorretto.
Il giocatore rossonero si svincolava da una presa al colla da parte di Armando Izzo e il gomito era praticamente attaccato al corpo del giocatore granata da non essere tecnicamente una gomitata ma un tentativo di svincolarsi piuttosto deciso. Il colpo, comunque c'è stato, ma la discriminante che ha fatto propendere per il cartellino giallo e non per un rosso diretto è che non ha colpito, come ha voluto fa credere il giocatore granata, al volto, ma sulla spalla.
La sceneggiata di Izzo fa parte di una certa cultura sportiva che non abbiamo intenzione di giudicare perché è un fenomeno molto italiano e provinciale che appartiene a tutti, ma è chiaro che bisognerebbe avere la lucidità nel momento in cui si affronta la stampa e si fanno determinate dichiarazioni.
L'azione sanzionata a Rebic, per giunta, avviene su una palla arrivata in seguito a un'entrata a gamba tesa da parte di Sasa Lukic non ravvisata dall'arbitro. Se Pasqua avesse fermato il gioco, magari ammonito il giocatore granata, forse non sarebbe successo niente, ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte.
Capiamo, umanamente, l'arrabbiatura di Mazzarri di vedersi sfuggire la vittoria all'ultimo minuto, ma per onestà intellettuale dovrà ammettere che la sua squadra ha capitalizzato al meglio le occasioni avute e le due reti sono frutto più degli errori dei rossoneri rispetto alla bravura dei suoi. Considerando, tra l'altro, la prima doppietta in carriera del difensore centrale che dovrebbe, almeno statisticamente, dire molto sulla gara fatta dal Toro.
In due gare, Mazzarri ha incassato 11 reti, prendersela con l'arbitro e aizzare i giornali di famiglia, Gazzetta e Corriere, non è un fatto edificante.
Il Milan ha sprecato una quantità industriale di occasioni da gol e invece di andare in ampio vantaggio all'intervallo, ha preso il gol sull'unica azione di rimessa granata.
Va tutto bene, in Italia c'è libertà di parola e nel calcio le opinioni valgono, ma non si può essere oggettivi solo quando fa comodo: basterebbe, ogni tanto, non sempre, essere sportivi.
E' una questione di cultura: una volta a te, una a me.
Senza fare le vittime o le verginelle.
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