Il mercato di ripiego A gennaio il Milan deve rifarsi, ma se non esce nessuno...

03/01/2020

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Lo scorso anno, a gennaio, il Milan ha speso tantissimo per avere Piatek e Paquetà.
Quest'anno l'investimento è limitato, per ora, all'arrivo di Ibra, che come svincolato ha un costo relativo solo all'ingaggio.
Il problema è che se non ci saranno uscite, difficilmente Elliott metterà mano al portafoglio.
Il caso Borini, per esempio, è abbastanza eloquente.
Non verrà ceduto, il contratto in fondo scade a giugno, ed è più probabile che venga rescisso per svincolarlo, limitando i costi di ingaggio.
Il capitolo Todibo è altrettanto chiaro: il Milan, trovandosi a non poter acquistare l'intero giocatore senza clausole di recompra, sta optando per un prestito secco di due anni, preferendo non investire e al limite correre il rischio di aver valorizzato un giocatore per un'altra società.
Di certo il Milan deve correre ai ripari: manca un vero sostituto di Ibra, nel senso che sia Piatek sia Leao non hanno le stesse caratteristiche e costringerebbero la squadra a cambiare gioco e assetto in campo.

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Servono un centrocampista e, soprattutto, un centrale difensivo e un terzino.
Se Todibo potrebbe essere il nome giusto per la difesa, Caldara si troverebbe nella situazione di andare a giocare in prestito per sei mesi, in modo da poter valutare le reali condizioni fisiche e mentali.
Sulla punta, le tante voci che riguardano il ritorno di Andrea Petagna mettono più che altro in risalto la possibile uscita di Piatek.
Sui terzini, per ora, tutto tace, ma ci sono movimenti.
E per chiudere il mercato, c'è un Rebic che non ha più intenzione di coprire il ruolo di estraneo e ha chiesto alla proprietà tedesca di essere ricollocato. Una grana per il Milan o una grande occasione per sistemare un reparto?
Vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi.

 

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