Quello che manca soprattutto è la pazienza Il tifoso rossonero si sta imbruttendo, non ha la pazienza di attendere

22/11/2019

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Il Milan è una squadra giovane, la più giovane del campionato (se arrivasse Ibra la situazione cambierebbe drasticamente).
Essere giovani ha il vantaggio spesso di essere incosciente, ma dall'altro di non essere continui nel rendimento.
Se analizziamo i rendimenti di Donnarumma, Calabria, Kessie, Bennacer, Leao, Hernandez, Duarte, Paquetà ma anche Romagnoli, Suso, Piatek, Caldara e Conti, solo per pochissimi si vede una certa costanza.
E' normale per giocatori al di sotto della soglia psicologica dei 25 anni avere un rendimento che risente delle partite e degli avversari e se così non fosse staremmo a parlare non di buoni giocatori ma di fuoriclasse.
Al Milan non esiste più la parola pazienza, attendere che i giocatori facciano la loro strada.
Ma in realtà stiamo dicendo una grossa bugia, perché negli ultimi trent'anni il Milan non ha mai dovuto far crescere nidiate di giocatori, ma al limite un innesto alla volta perché la rosa era sempre improntata su potenzialità ed esperienza.
A parte la parentesi Gianpaolo, avere pazienza significa vedere Conti o Calabria fare una gara bene e una malissimo, così come Suso o Paquetà.
La pazienza, poi, si sposa con la tranquillità che viene regalata ai giocatori che non devono entrare in campo con l'ansia di sbagliare, ma l'entusiasmo di voler stupire!
Purtroppo, la voglia di tornare tra le grandi in fretta e la classifica deludente non lasciano spazio all'attesa di veder crescere qualcosa.
Nessuno in società poteva immaginare una situazione del genere e Pioli si trova a gestire una situazione complicata: far crescere i giovani, sistemare lo spogliatoio e portare dei risultati pesanti.
Il calendario, inoltre, non è di grande aiuto, ma il tempo scorre e la classifica non aspetta nessuno.

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