Pazienza a doppio peso Non c’è stata per Gattuso mentre sembra infinita con Maldini

08/11/2019

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Solo pochi mesi fa Gattuso ci ha portati a un solo punto dall’impresa di classificarci per l’Europa che conta.
E questo nonostante tutto e tutti.
Il suo calcio non era bello, ma aveva capito che era l’unico con i giocatori a disposizione e quelli infortunati per lungo tempo.
Si sapeva che stava facendo esperienza ad un certo livello. Non poteva averla e si sapeva. Ma con lui, da Leonardo in giù, nessuno ha avuto il coraggio di dire che ci voleva pazienza. L’uomo e la sua storia chiedevano rispetto. Invece no. E Rino è andato via lui sbattendo la porta.
Il problema è che nessuno si è chiesto (o gli ha chiesto) il perché.
Vorremmo umilmente noi sapere il perché invece goda di infinita pazienza Paolo Maldini, ancor più neofita di Gattuso nel suo ruolo.
Ha condotto una campagna acquisti a dir poco discutibile ed è responsabile, insieme a Boban, della scelta di Giampaolo. In pratica, se il Milan si trova con il traghettatore (verso dove?) Pioli è sostanzialmente colpa sua.
Qualcuno gliene chiede conto? Non pare. Anzi, evita le telecamere non gradite.
I risultati non ci sono, abbiamo una media quasi da retrocessione, ma nessuna assunzione di colpa. Anzi, assicurazioni generiche di maggior impegno.
Giocatori che scendono in campo quasi per far un favore a società e tifosi? Non sembrano essere un problema suo.
Gattuso, con tutti i suoi limiti, è stato sbeffeggiato e vituperato per mesi, ma i risultati – nel suo piccolo – li aveva ottenuti, riuscendo nel miracolo fino a 45 minuti dalla fine del campionato.
Paolo con le sue scelte di mercato non ha svolto il suo compito al meglio.
Per uno credito illimitato ma scarsi risultati, per l’altro solo insulti ma un miracolo sfiorato.
Due pesi e due misure.

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