Dirigenza senza colpe? Da Gazidis a Maldini fino a Boban: chi continua a sbagliare?

01/11/2019

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L’assemblea dei soci da cui molti speravano di avere chiarezza, certezze, idee, e rassicurazioni, in realtà non ha sortito granchè. La montagna ha partorito il topolino.
In cambio possiamo fare delle considerazioni a latere della presentazione di un bilancio da “sprofondo rosso”, figlio però delle necessità di assecondare i burocrati di Nyon.
Osservando le cose dal punto di vista puramente gestionale, le scelte sbagliate derivano dalla totale incapacità di definire una catena del comando in una società che era già allo sbando. E nel non capire quali dovevano essere le professionalità da valorizzare e nella chiarezza dei ruoli. Quando azzeri l’organigramma, devi poi riempire in fretta le caselle, se no chi svolge le funzioni di quei ruoli? Aver avuto sostituti prima di allontanare chi c’era in precedenza avrebbe aiutato.
E poi occorreva e occorre identificare professionisti in grado di operare in questo Milan, Per fare un esempio, Leonardo poteva anche andare bene nel dopo Mirabelli, ma si è trovato nella situazione di non potere operare (anche per il FPF). Per sue caratteristiche, se non ha budget faraonici da spendere, vale poco. Non era meglio uno su piazza che almeno sapeva destreggiarsi con limiti finanziari importanti? Non è che manchino gli esempi.
E il Fair Play Finanziario ci porta alla scelta di Boban, che già dalla Fifa lo stroncava ad ogni occasione. Certo, da mega dirigente internazionale a dirigente nel Milan il salto non è facile. Un conto è operare in un ente, altro è lavorare per gli interessi di una società. Richiede tempo per accumulare esperienza, perché passare da un ruolo politico eletto ad uno più strettamente operativo (in cui se poi giudicato), è una bella sfida. Ma nei rapporti con l’UEFA ha saputo muoversi bene.
Chi ne esce male è Maldini, responsabile della gran parte delle scelte, soprattutto dell’allenatore. La sua inesperienza è emersa evidente come la sua arroganza. Fattori che in una società di stampo anglosassone – come è il Milan di Elliott – non pagano, se non in presenza di risultati straordinari.
Rimane un giudizio rinviato su Gazidis. A parte lo stadio, non si è ancora capito di cosa si occupi in realtà. Figura eterea di raccordo tra la proprietà e la società, non ha ancora dimostrato alcuna delle qualità che lo hanno fatto emergere all’Arsenal e fatto arrivare a suon di milioni al Milan.
Provocatoriamente, se fosse un giocatore frutto di una campagna acquisti ne si chiederebbe conto alla dirigenza, causa scarsi risultati e poca partecipazione al gioco della squadra.
Non dovremo aspettare decenni per tornare in vetta, così dice il nostro AD. Ci fidiamo. Ma viste le scelte fatte finora da lui, e successivamente dai suoi collaboratori, non ne siamo poi così sicuri.



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