Tu vuo fa il brasiliano? Snaturare il gioco naturale di un giocatore formato è un'impresa

04/10/2019

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"Paquetà deve fare meno il brasiliano" è una frase sibillina di Mister Gianpaolo su cui si è parlato molto, compresa la risposta via social del giocatore.
Quindi, un trequartista viene adattato a giocare interno a centrocampo, deve tenere meno palla, ma forse è una delle sue migliori caratteristiche naturali del giocatore.
Tutto bello e probabilmente realistico, ma in questi mesi, perché siamo giunti a quasi tre mesi di gestione Gianpaolo, il Milan ha giocato diverse partite con giocatori adattati nelle posizioni desiderate dall'allenatore.
Non è un caso Paquetà o Piatek, ma è chiaro che ci siano problemi di gestione della rosa, perché il calcio è uno sport molto pratico.
Il passato di Gianpaolo, un po' come quella di Ventura, parla di una stagione per sistemare la squadra secondo le sue idee.
Può il Milan aspettare una stagione?

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Può il migliore giocatore della rosa, almeno a giudicare dal costo del cartellino, restare in panchina o giocare in posizioni particolari?
Un allenatore analitico con giocatori di qualità non eccelsa, ma che comunque sono giunti alla soglia della Champions, il miglior giocatore della Coppa d'Africa, dove giova ricordare che giocava anche un certo Salah, un giovane portoghese dai mezzi potenti, e questi giocatori faticano a respirare l'erba del campo, sono tutti elementi che dicono che forse i problemi sono tanti, ma in fondo riconducibili a una filosofia calcistica e alle difficoltà a spiegare i movimenti.
Un progetto che guarda al futuro è sempre ben visto da chiunque, ma avere un minimo di realismo e piedi per terra sulle esigenze di base.
Altrimenti il rischio di affondare diventa alto e senza avere la "testa alta e giocare!".
 

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