I vecchi e i polli Questa squadra manca completamente di giocatori di esperienza

04/10/2019

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Abbiamo passato l’estate, tutto il periodo del calciomercato, con una serie di sirene (o meglio pseudo-insider), che davano come imminente lo sbarco di Modric al Milan.
Ovviamente, non solo non è arrivato, ma questo non sarebbe stato possibile per via della politica della proprietà che ha posto il veto all’acquisto di giocatori over 30.
Il problema non è Modric in sé – il paragone con Bennacer in quel ruolo non inizia neanche – quanto il fatto che questa politica ha in pratica fatto mancare quella giusta e necessaria dose di esperienza che ci vuole in campo in determinate situazioni.
Un problema che Biglia, causa declino fisico e ripetuti infortuni, non può risolvere.
Il Milan è una squadra con l’età media giovanissima, forse la più giovane della Serie A. Un fattore che normalmente viene attribuito a squadre neopromosse o reduci da stagioni nelle retrovie per far metter su esperienza ai giocatori.
La mancanza di esperienza e la giovane età mal si conciliano con le ambizioni di una società che vorrebbe puntare alla qualificazione in Champions League.
Almeno un paio di elementi di esperienza ci vogliono. Ci sono partite in cui il “go-to-guy”, cioè colui che con carisma dice agli altri “datela a me che ci penso io”, è fondamentale. Tolgono pressione sui compagni e li aiutano ad uscire dalle difficoltà.
Nel Milan questa figura non c’è.
Questa estate si era ventilata l’ipotesi di un ritorno di Ibrahimovic (a proposito, auguri), ma per via dell’età non è neanche stato preso in considerazione.
Possiamo dire che se in questa squadra ci fosse Zlatan, anche a 38 anni, buona parte dei nostri problemi sarebbero risolti o quantomeno sulla strada della risoluzione?
Possiamo dire che con uno come lui mai nella vita avremmo perso contro il Torino?
Per carattere, qualità, fisicità e carisma, lo svedesone avrebbe fatto da chioccia e parafulmine per tutti i compagni. E lo stesso Giampaolo ne avrebbe giovato.
Ma è vecchio e quindi per policy non si prende.
Poi uno vede Ribery della Fiorentina spiegare calcio a San Siro e qualche brutto pensiero se lo fa.



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