Il nuovo stadio necessità primaria Da asset immobiliare diventa una infrastruttura strategica

20/09/2019

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Ormai sembra finalmente deciso: il nuovo stadio si farà. La riunione a Palazzo Marino tra Milan, Inter e Comune ha di fatto avviato le procedure per la costruzione di un nuovo impianto.
E questo è un passo decisivo, visto che tutte le principali squadre europee sono dotate di impianti moderni, con infrastrutture e servizi in grado di generare quella parte di fatturato che manca alle squadre milanesi.
Come evidenziato anche da un recente rapporto di Scenari Immobiliari, il processo di realizzazione di impianti sportivi è diventato più complesso e maggiormente interconnesso, con le infrastrutture che si mettono al servizio della domanda e, in quest’ottica, sono sempre più capaci di offrire un valore che vada oltre lo scenario tradizionale.
È proprio seguendo questa prospettiva che lo stadio da asset immobiliare diventa una infrastruttura strategica, capace di generare benefici sia territoriali che economici.
La nuova normativa approvata di recente vuole essere in Italia uno stimolo alla riqualificazione sostenibile (a livello tecnologico e ambientale), introducendo al tempo stesso servizi diversificati al fine di generare importanti flussi di cassa (musei dedicati alla squadra proprietaria dell’impianto, business center, palestre, piscine, ristoranti, vendita dei diritti collegati al nome dello stadio, sky boxes, ecc.). Senza contare la possibilità di costruire strutture commerciali e uffici in edifici separati e attigui.
Seguendo ottiche di stampo aziendale, il “complesso stadio” può diventare un vero e proprio asset strategico per sostenere economicamente i bilanci societari.
In definitiva un buon progetto di impianto sportivo dovrebbe soddisfare tre requisiti principali: sicurezza, confort e polifunzionalità.
Gli stadi del futuro prevedono un ecosistema che incorpora la sostenibilità sociale, economica e ambientale. È già in atto la trasformazione da “smart stadium” a “smart village”, un super blocco urbano che offre opportunità di sport e ricreazione sette giorni alla settimana, al centro di un hub altamente connesso, formato da infrastrutture e sistemi di trasporto nel quale le persone vivono, lavorano e giocano.
Anche e soprattutto per questo l’idea di ristrutturare il vecchio San Siro non è praticabile. Ci vuole tempo per costruire un progetto che sia effettivamente funzionale da un lato e remunerativo dall’altro.



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