Caro Giampa, non ci siamo Troppe le scelte e le frasi in contrasto tra loro

06/09/2019

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La partita contro il Brescia ha lasciato perplessi e disorientati osservatori e tifosi. Abbiamo vinto e quindi amen. Però non si possono tacere alcuni fattori decisamente evidenti.
Giampaolo ha messo in campo dall’inizio una squadra senza Paquetà e Piatek, quasi come se dovesse dimostrar loro e al gruppo qualcosa.
Un’affermazione di personalità non esattamente in linea con le necessità di chi è alla ricerca di una amalgama, un qualcosa che passa dal cambio di modulo a quello di ruoli in campo.
Una scelta che in molti dicono non abbia condiviso con la dirigenza, che alla prima a San Siro e reduci da una sconfitta a Udine, avrebbe quantomeno eccepito.
Naturalmente questo discorso sarebbe smentito se l’utilizzo di André Silva fosse stato imposto proprio dalla società per mostrare a tutti che il giocatore non ha problemi fisici, per motivi di calciomercato.
In questo caso Giampaolo si sarebbe dimostrato fin troppo aziendalista, in netto contrasto con le parole della conferenza stampa prepartita, in cui aveva rimarcato la netta separazione tar il suo ruolo e quello della dirigenza.
In entrambi i casi, sulla panchina del Milan siederebbe o una persona con problemi di gestione della personalità, oppure uno yes man che le cui parole vanno prese come una recita di Natale alle scuole elementari.
E non va dimenticato che anche contro il Brescia, il Milan ha giocato decisamente in modo inguardabile.



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