5 giocatori schierati fuori ruolo. E gli altri? Un conto è portare avanti le proprie idee, un conto è andare incontro al baratro

30/08/2019

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Marco Giampaolo è stato dipinto in tutti questi mesi come un maestro di calcio, uno di quegli allenatori che è capace di far giocare bene le proprie squadra.
Nonostante il pedigree non sia eccezionale, è stato a un passo dalla panchina della Juve del dopo Conte e più volte accostato al Milan Berlusconiano.
Insomma, non è un allenatore di primo pelo, ha esperienza e ha dimostrato negli anni di non essere uno sprovveduto.
Il problema è che respirando l'aria di Milanello si è trasformato in una sorta di talebano del calcio, uno di quegli allenatori che pensano prima di tutto alle proprie idee e poi, forse, ai giocatori.
Per fortuna la sberla di Udine è arrivata presto, in fondo sono solo 3 punti da recuperare rispetto alle altre, anzi, qualche contendente seria per il quarto posto non è assolutamente così lontana.
Per fortuna, si diceva, perché le belle idee devono trovare una collocazione all'interno della praticità di un progetto Milan, per quanto ambizioso, ancora solo un progetto.
Marco Giampaolo fino alle ore 18 era fermamente convinto di aver sistemato la squadra.
Alle 18.05 stava già prendendo nervosamente appunti: si era accorto di aver sbagliato, ma non essendo una partita amichevole, con soli tre cambi non si poteva più tornare indietro.
Il Milan è sceso in campo con 5 giocatori di movimento schierati fuori ruolo.
Ma gli altri erano Musacchio e Romagnoli, che non possono fare nessun altro ruolo, Calabria e Rodriguez che al massimo possono andare a giocare come laterali di un centrocampo difensivo, e Piatek che non può fare altro che il terminale offensivo.
Gigio Donnarumma in porta, è decisamente inamovibile.
Cinque giocatori schierati fuori ruolo solo perché sono presenti dall'inizio del ritiro e hanno potuto assimilare meglio gli schemi del mister?


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A discolpa di Gianpaolo, c'è l'infortunio di Biglia, comunque un giocatore destinato alla panchina, che ha scombussolato i piani, ma in qualsiasi caso ci sarebbero stati tre giocatori adattati al ruolo.
La sensazione di emergenza aveva già fatto suonare qualche campanello d'allarme tra i tifosi, soprattutto perché, come sempre, c'è tanta curiosità di vedere giocare i nuovi.
Una scelta, quella di Giampaolo, rimpianta anche a fine partita, lasciando intendere che ci saranno dei cambiamenti di modulo.
Se ci limitasse a guardare i movimenti dei giocatori fuori ruolo non faremmo un'operazione corretta, perché anche i terzini non hanno mai inciso e non si sono mai proposti con continuità e, ad esclusione di Musacchio che ha provato un paio di sortite, nessuno ha provato a dare qualcosa in più e di diverso.
Il Milan a Udine dobbiamo considerarlo come una squadra sperimentale, che ha fallito esattamente come ha fallito ogni singolo appuntamento in questi ultimi anni.
C'è da fare, ma forse è meglio pensare prima al materiale a disposizione e poi agli schemi, perché anche nel basket se non hai il centro o il play non puoi sperare di vincere, anche se magari pratichi un bel gioco.
A proposito: questo a Udine non si è visto proprio.
 


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