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Tutti ne parlano, ma pochi hanno analizzato il gioco di Marco Gianpaolo nei dettagli.
Lo schema è il 4-3-1-2, che detto così dice poco perché è molto più simile a un 4-4-2 con il centrocampo a rombo.
Le idee di Gianpaolo si sviluppano su due linee precise: corsa e tecnica, perché la fisicità della squadra è un elemento importante.
Analizzando la fase di possesso, il grande sacrificio è richiesto ai due terzini, veri polmoni della squadra, e dal centrocampista basso che deve costruire, di prima, e tamponare gli avversari.
Le spinte dei laterali difensivi servono per creare spazio per il gioco, ma è richiesta molta tecnica perché puntando a triangolazioni di prima, la precisione è un requisito importante.
Le mezzali di centr campo diventano due pendoli perfetti, sia in verticale per coprire o andare alla conclusione, sia in orizzontale dovendo scivolare per coprire il campo lasciato libero dai compagni in fase di attacco. Niente di nuovo, se non una ricerca molto attenta della prevenzione delle linee di passaggio più che sulla chiusura sull'uomo. Questo è un motivo di forte critica perché nel momento in cui c'è un minimo errore da parte dei centrocampisti la difesa va in affanno, deve uscire un centrale e si difende tipicamente uno contro uno negli ultimi trenta metri.
Gianpaolo ama giocare con un trequartista tecnicamente molto forte, quello che verrebbe definito un fantasista puro, ma che ha compiti difensivi precisi.
Davanti, negli ultimi anni ha optato per una punta forte fisicamente, capace di tenere palla e far salire i compagni, e una seconda punta che gioca spesso molto vicino per sfruttare le seconde palle. Entrambi, in qualsiasi caso, finalizzano piuttosto spesso e non è un caso che una squadra come la Sampdoria abbia espresso il capocannoniere del campionato.
Movimenti sempre ben orchestrati, ma la fragilità sta nella fase difensiva. Il meccanismo è davvero molto oliato, ma il rischio di subire le ripartenze con difficoltà a chiudere sul portatore di palla dipende fortemente dallo stato fisico dei giocatori. I movimenti, infatti, sono calibrati con precisione e le varie situazioni di gioco studiate alla perfezione, ma basta un minimo sbandamento per mandare in sofferenza la squadra.
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