La barra a dritta di Paolino La scelta di diventare Direttore Tecnico non è stata facile

07/06/2019

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Considerando che l'ambizione non è mai mancata, Paolo Maldini si è posto in discussione parecchio in questo periodo.
Da una parte il patrimonio rossonero, composto da tanti anni di maglia davvero addosso, dall'altro lato le difficoltà oggettive nel ricoprire un ruolo per cui non si sente del tutto preparato lo hanno fatto riflettere parecchio.
Tornare protagonista, ma senza rischiare di essere incompetente non è una scelta facile, soprattutto se non fossero chiari, fin da subito, i ruoli, i compiti e le mansioni.
La trattativa con Gazidis non era improntata sulla libertà, quanto su una visione chiara del Milan che deve nascere e su cui Paolo Maldini non sarebbe stato disposto a scendere a compromessi.
Una squadra che guardasse al futuro quindi, ma con solidi principi.
Per questo motivo, le scelte, che verranno comunque condivise con l'Amministratore Delegato, devono avere una linea filosofica precisa, ben delineata.
A partire non dall'allenatore, ma dallo staff.

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Non è un caso che si sentano circolare certi nomi, da Tare a Boban, da Rui Costa a Costacurta, perché rispondono a evidenti schemi prestabiliti e, ribadiamolo, condivisi.
Probabilmente, Paolo Maldini ha preteso che la sua investitura e promozione avesse l'imprimatur anche dei membri del Consiglio d'Amministrazione e dalla proprietà, perché in fondo sarà lui a metterci la faccia per quello che riguarda il mercato e la gestione della squadra.
E tutto questo, a prescindere dalle decisioni del Tas e dell'Uefa.
Paolo Maldini, conoscendo i propri limiti, vuole circondarsi di persone di cui fidarsi, esattamente come sta facendo Gazidis che sta ristrutturando il club. Possiamo considerare l'anno di Maldini e i sei mesi di Gazidis come un periodo di prova.
Ora si deve fare sul serio, magari facendo nozze coi fichi secchi, ma in una direzione precisa.


 

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