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Kakà, il grande giocatore rossonero, era stato annunciato da Leonardo come aspirante dirigente e bandiera rossonera, ma siamo al termine della stagione e non si è mai visto dalle parti di Milanello e Casa Milan.
Un fatto decisamente curioso, nel senso che tutti si erano spesi in complimenti sperticati nei confronti della scelta del giocatore di uscire dal calcio e di venire a Milano per imparare a fare un altro lavoro.
Magari, nel frattempo potrebbe aver cambiato idea, ma la cosa strana è la gestione di tutta la vicenda.
Data in pasto ai media, con la stessa velocità tutti si sono dimenticati di questo annuncio.
“Sono sempre contento di essere a Milano, ma voglio capire quello che mi piace fare nel mondo del calcio. Parlo spesso con Leonardo perché siamo amici, ma del ruolo che avrò al Milan ancora non abbiamo discusso. Adesso la mia priorità sono i miei figli che vivono in Brasile, voglio stare vicino a loro. È anche per questo che non si è concretizzato niente con la vecchia dirigenza, ma è normale che con Leo e Paolo mi avvicini ancora di più al Milan”.
Era il 30 agosto.
Le cose sono due: o è stato spedito in Brasile e in giro per il mondo a fare lo scout di talenti, oppure è un bluff degno più della gestione cinese che quella americana.
Il problema non è tanto che Ricardo ci sia e si faccia vedere, ma l'averlo strombazzato e poi perse le tracce.
Stiamo parlando di Kakà, mica di Onyewu.
Lui è la storia di questa società, una stella, una stella vera, non una meteora.
Non merita di venire trattato così, nella totale indifferenza, perché Kakà è sempre Kakà.
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