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Derby, Genova e in casa coi friulani sono state tre partite che hanno messo a dura prova la fede dei tifosi rossoneri.
Tre partite senza entusiasmo, salvo qualche lampo nel finale del tutto disorganizzato del derby, anzi, da uscire dallo stadio con il morale sotto le scarpe.
Durante la partita contro l'Udinese, nella curva verde del primo anello, erano più le sghignazzate e gli insulti rispetto al tifo, e stiamo parlando nella quasi totalità di studenti universitari che avevano accesso a prezzo agevolato.
Probabilmente si tratta di tifosi occasionali, qualcuno potrebbe obiettare, ma è chiaro che rappresentano il futuro del tifo rossonero, nonché l'anima bella e disincantata dei tifosi.
Ebbene, anche l'amarezza per un gioco inesistente, per una carica agonistica di un maratoneta, ha lasciato il posto all'allegria, alla presa per i fondelli piuttosto palese.
La Curva Sud che abbandona lo stadio e non saluta la squadra a fine partita, inoltre, è un altro segnale inequivocabile di un qualche cosa che si è rotto a livello di rapporto tra la squadra e il pubblico.
Lo stimolo Champions, sbandierato a parole durante le conferenze stampa, non solo non si è visto, ma insieme alla voglia di primeggiare in città è svanito ai primi attacchi.
La colpa è del gioco di Gattuso, degli interpreti in campo, di un gruppo che si credeva solido e che invece mostra incrinature?
La colpa agli infortuni non possiamo attribuirla, troppo recenti per essere una realtà concreta.
Fatto sta che il rapporto con i tifosi non è più quello di qualche mese fa e francamente, non solo non ci si diverte per il gioco, ma non ci si consola nemmeno per il risultato.
La corsa Champions è lunga, ma da quando il Mister ha detto che ci aspettano 11 finali, come nelle finali vere, il Milan esce dal campo.
Una maledizione?
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