La vittoria di Pirro Abbiamo mostrato a livello internazionale i metodi Juve

18/01/2019

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No, dai, non diciamo che siamo di fronte ad un caso Muntari due. La Juventus ha fatto la sua solita partita, francamente neppure troppo spumeggiante, e ha portato a casa la coppa senza un grande sforzo.
Del resto, era già scritto nelle brillanti stelle della notte nel deserto arabo. I bianconeri, come in ogni gara nazionale, portano pallone, arbitro e da qualche tempo anche il VAR.
Nulla di che scandalizzarsi per chi segue il campionato italiano. Ma talvolta, per eccesso di zelo, sciatteria, o semplicemente arroganza, ci si dimentica che certe cose sarebbe meglio non farle davanti ad una platea internazionale. E’ una vittoria di Pirro che ti si ritorce contro. Tutti adesso hanno i video e i social, che infatti sono stati inondati.
E a rimetterci sono La Juventus e la classe arbitrale. Provate a spiegare ad tifoso o un giornalista inglese o tedesco che il Fallo di Matuidi è diverso da quello di Kessie, e che se sul primo si è sorvolato allegramente sul secondo  - su segnalazione del VAR- è arrivato addirittura il rosso. Una reputazione gettata via in mondovisione. 
A Jeddah è andata in scena un Juventus-Milan come ne abbiamo visti tante: partita in bilico, risolta da un episodio, con recriminazioni rossonere su decisioni arbitrali che avrebbero orientato la partita. Film per noi già visto.


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Ma non è poi così cosciuto fuori dai confini, magari in Paesi in cui la filosofia del fair play non è solo quella applicata ai bilanci delle società.
Dopo la partita di mercoledì chi aveva dei dubbi sull’adozione del VAR, li avrà riconfermati. Se l’arbitro sbaglia, sbagli da solo, poiché se certe decisioni non vengono prese neanche davanti a lampanti evidenze digitali, allora è chiaro che si tratta di decisioni già scritte.
Nonostante quello che i nostri media continueranno a scrivere e mostrare, più che la rete di CR7, negli occhi dei tifosi stranieri rimarrà il mancato rigore su Conti. E magari la ridicola espulsione di Kessie.
Perché per assurdo, è proprio l’atteggiamento prevaricatore delle società torinese il suo maggior nemico all’estero.

 


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