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Abbiamo ancora tutti nelle orecchie (e negli occhi) Galliani e uno dei suoi mantra: “se non esce nessuno non entra nessuno”. Un modo come una altro per dire che prima si vendono i giocatori e poi (forse) si acquistano, definibile anche come autogestione a somma zero.
Erano gli anni in cui Fininvest ripianava di malavoglia il bilancio e in cui l’ex AD faceva chiaramente capire che l’azionista di riferimento non era certo disposto a spendere per migliorare la squadra.
Pensavamo che queste “ristrettezze” fossero parte di un passato relativamente remoto invece, causa una gestione finanziaria abbastanza scriteriata dell’ultimo periodo targato Berlusconi, e quasi folle della parentesi cinese, è arrivata la mannaia dell’UEFA.
Ancora una volta il Milan per far mercato dovrà prima cedere qualche giocatore.
Pur avendo alle spalle un fondo con capacità finanziarie enormi, attraverso il FPF ci impediscono di spendere per rinforzare la squadra.
Eppure non si può certo dire che la società sia insolvibile. Però le regole, per quanto idiote, occorre rispettarle. Anche perché se no – parliamoci chiaro – il sistema ha i mezzi per colpirti. Magari attraverso arbitraggi “discutibili”, che ti impediscono di qualificarti alla fase successiva di Europa League (neanche stessimo parlando di introiti miliardari) per il secondo anno consecutivo. Oppure che non ti fanno raggiungere quella qualificazione alla Champions League che sistemerebbe una buona parte del problema di bilancio.
Ci vogliono “cornuti e mazziati”.
In questa fase di preparazione del secondo ricorso al TAS, l’AC Milan ha scelto di assecondare (almeno fino ad oggi), i diktat della letterina di raccomandazioni arrivata da Nyon.
Quindi sta cercando di ricavare risorse cedendo giocatori non fondamentali o di primissimo piano, necessari almeno per provarci a raggiungere almeno il quarto posto.
Ecco quindi che, guardando alla rosa, al relativo impiego e “vendibilità”, si fanno i nomi di Borini, Montolivo, Halilovic, Bertolacci. E pure di Josè Mauri.
Da questo punto di vista l’eliminazione dall’Europa League ci consente di aver davanti un numero minore di partite da giocare.
Se Montolivo è un discorso a parte, però occorre anche tener conto che la sequela di infortuni (e di squalifiche) che ci ha colpito ha reso necessario l’impiego delle seconde e terze linee. Che a centrocampo siamo talmente contati da aver costretto Gattuso a schierare Calabria (!) in mediana.
E’ vero che occorrerà far cassa per poter acquistare qualcuno, ma speriamo che chi arriverà sappia farci fare un salto di qualità. Se no, non serve.
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