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Partiamo da qui: "non virgolettatemi".
Sembra che conosca già la stampa italiana nei dettagli più intimi e profondi, sa benissimo che i giornalisti sportivi attribuiscono a calciatori e dirigenti le frasi più impensabili buttate lì a casaccio. Per questo ha voluto incontrarli senza che prendessero appunti.
Fiumi di inchiostro dedicato al super manager, il grande sviluppatore di business, descritto come un marziano in un mondo di pazzi.
Aivan, perché vuole essere chiamato così, gioca quasi a fare la super star.
Vorremmo, con tutta l'umiltà possibile, ricordare che al Milan si è certamente abituati a una gestione manageriale della società.
A differenza di Marotta, l'uomo che era abituato non solo a vincere ma anche a giocare spesso di martedì e mercoledì e che praticamente non sa come impiegare le proprie giornate giunto a Milano, Adriano Galliani la società l'ha sempre gestita 24/7.
Nonostante le apparenze, ossia il fatto che lavorasse solo a tavola imbandita, non si può certo dire che Berlusconi e Galliani non avessero un piglio imprenditoriale e manageriale.
Caro Aivan, sei nel solco della storia rossonera, non una mosca bianca, e probabilmente non è un caso che i capelli si possano chiamare per nome.
Imparerai a conoscere questa storia, da dentro.
Un consiglio: fai rimettere le foto delle vittorie più belle a Milanello, ascolta Paolo.
Non fanno solo scenografia, fanno calore.
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