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Questo è un articolo che mischia calcio e politica. Per cui se la cosa vi infastidisce passate pure oltre.
Matteo Salvini è l’attuale vicepresidente del Consiglio dei Ministri, oltreché Ministro degli Interni. Da qualche tempo, da quando i sondaggi danno il suo partito in continua crescita, Salvini pensa di poter discettare su qualsiasi materia, non ultima il calcio. Non si limita ad esprimere opinioni, ma spara sentenze, essendosi ormai autoproclamato sovrano assoluto.
E così, dopo la sconfitta del derby col gol beffardo di Icardi, il “milanista” Salvini ha pensato bene di scaricare la colpa su Donnarumma e Gattuso. Una contraddizione in termine per chi usa la logica (se il Milan ha perso per un errore del portiere, cosa c’entra l’allenatore?), ma non per il prode Salvini che attua la politica dello sparare nel mucchio. Lì non conta la logica, conta esclusivamente l’intensità della sparata. Non poteva pertanto, il nobile Ministro, perdere occasione di proferire verbo in seguito alla sconfitta contro la Juventus da parte del “suo” Milan. Stavolta il colpevole da sacrificare sull’altare pagano degli insulti è stato Gonzalo Higuain, reo di essersi fatto espellere per una protesta nei confronti del direttore di gara.
Per il “milanista” Salvini, non conta difendere un suo giocatore che ha perso la testa dopo una porcata arbitrale (tale è la mancata espulsione di Benatia). Non contano nemmeno le scuse a fine partite del giocatore, che ha avuto gli attributi per presentarsi davanti alle telecamere a riconoscere il suo eccesso in occasione dell’espulsione. Tutto questo non esiste. Per Salvini c’è solo il diritto di definire “indegno” Higuain. Indegno, bontà sua, è un’espressione grave, pesante, da riservare ai delinquenti o alle persone che commettono azioni turpi. Eppure l’onorevole Ministro, per cavalcare l’onda popolare del moralismo bieco e spicciolo, ha preferito offendere un giocatore che è uscito in lacrime con la “sua” maglia. Chiaro esempio di politica illuminata. Tuttavia c’è poco da sorprendersi. Matteo Salvini è un uomo che ha condotto tutta la ultima campagna elettorale sponsorizzando la flat tax al 15%. Ha preso molti voti diretti per questo ed altrettanti voti indiretti (partiti della sua coalizione). Ad elezioni concluse, infischiandosene di ciò, si è alleato con un partito che, invece, vuole il reddito di cittadinanza, ossia l’antitesi del principio che sta dietro il concetto di flat tax.
Salvini risulterebbe essere un uomo che non crede in nulla, ma che orienta ciò che dice sulla base della convenienza e del divino consenso, la droga di cui si ciba per dare un senso alla sua esistenza. Un tizio del genere è capace persino di mettere da parte il “suo” milanismo e di scaricare il miglior giocatore della “sua” squadra, pur di conquistare qualche like .
Verrebbe facile rispondere che "indegno potrebbe essere lui", ma certe bassezze non appartengono al vocabolario di chi scrive. Ed allora, da buon rossonero, mi limiterò a dire semplicemente “forza Higuain”, perché chi cade ed ha l’onestà di ammettere subito i suoi errori vale molto di più di chi si arroga il diritto di giudicare tutto e tutti.
Ad eccezione, ovviamente, di sé stesso.
Capitan Uncino