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Tra Milan e Juventus non sarà mai una partita come le altre. Non lo è mai stata. Sarà sempre la squadra dei casciavit (operai per i non milanesi) contro quella dei padroni (gli Agnelli). Roba da lotta di classe anche quando era presidente Berlusconi.
Libertè e Fratenitè non potranno esserci mai tra le due squadre finchè non sarà rispettato il principio di Egalitè, concetto sconosciuto sotto la Mole antonelliana.
I più tifosi rossoneri più giovani hanno negli occhi il gol, anzi, il non gol, di Muntari, e lo erigono a madre di tutti i furti.
Purtroppo non è così. Abbiamo subìto anche di peggio negli anni ’60, ’70, ’80 e ‘90. Una sciarada infinita di arbitraggi, anche e soprattutto non in scontri diretti, che però – casualmente – avevano come esito la vittoria della Juventus in campionato o in Coppa Italia.
E in anni più recenti abbiamo visto anche un “fantasioso” rigore per un fallo di mano di Di Sciglio a tempo scaduto, ultima perla di una collana infinita.
In molti dicono che adesso c’è la VAR, e che in determinate situazioni dovrebbe annullare eventuali errori dell’arbitro.
Certo, ci fidiamo sulla parola. Però il macroscopico fuorigioco non visto dall’occhio tecnologico (con sempre un arbitro che lo interpreta) in occasione del secondo gol della Juventus, non depone proprio a favore dell’infallibilità. Tantomeno sulla buonafede dei fischietti e collaboratori.
A proposito di questi ultimi: ci stiamo ancora chiedendo che cosa avesse da sbandierare il guardialinee sul gol del Milan a Udine. Cutrone era un metro dietro il difensore e poi ha crossato dalla linea di fondo; in pratica abbiamo solo fatto passaggi indietro o laterali e non c’è stato nessuno contrasto. Quindi, che motivo c’era di alzare quella maledetta bandierina?
E che motivo c’era di espellere Gattuso quando in occasioni del genere (gol al 97mo a tempo scaduto) tutte le panchine corrono in campo ad esultare? Sottigliezze da quarto uomo integerrimo che deve dimostrare qualcosa. Peraltro, in una partita in cui l’arbitro Di Bello ha lasciato che ci picchiassero senza fare un plissè, magari sperando in un fallo di reazione.
Ecco, oltre agli infortunati, ai sostituti non all’altezza, alle lacune difensive, alla forza oggettiva della Juventus, sono anche questi fattori da cui il Milan deve difendersi.
Unica squadra tra quelle nella parte alta della classifica.
Egalitè, appunto.