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Il Milan, quella squadra che abbiamo conosciuto in questi anni, di fatto non esiste più.
La squadra gloriosa che ha conquistato l'Italia, l'Europa e il Mondo non c'è più. Al suo posto, un'altra, completamente diversa, simile, se vogliamo, ma differente.
Una squadra la cui stella, unica, è Bonucci, che visto per come è giunto al Milan, potremmo definire una stella per caso, non può essere quella di qualche lustro fa.
Come tifosi non chiediamo molto. A dire il vero, l'abbiamo chiesto a gran voce già a Berlusconi e Galliani, ci bastava poter vedere in campo una squadra dignitosa, che lottasse e potesse entrare in campo non da vinta.
Ecco, quel barlume di speranza accesa da un mercato importante come quello dello scorso anno si è scontrato subito con l'inadeguatezza di un allenatore che probabilmente non era nemmeno troppo gradito dalla dirigenza.
Perché parliamo di dirigenza e non proprietà? Perché Li non si è mai visto, non ha mai parlato di giocatori e allenatori, quindi è stato scelto dai dirigenti, il presidente si è fidato.
Il Milan che ha conquistato all'ultima giornata il sesto posto in campionato, non senza fatica, non è stato all'altezza degli investimenti e non è all'altezza di quei tifosi che a luglio dello scorso anno hanno invaso San Siro per un preliminare di Europa League.
Ora, che sia Elliott e la famiglia Singer, o che ci sia un nuovo padrone all'orizzonte, a noi interessa solo una cosa: tornare ad essere protagonisti.
Il resto non conta niente.
I risultati del Milan rappresentano "tutto" per noi milanisti.
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