Mercato fermo. Anzi, no I soldi ci sarebbero, ma il FPF non ci consente si spenderli

06/07/2018

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Parliamoci chiaro: un tifoso milanista guarda al mercato dell’Inter e si chiede se da quelle parti alberghi Houdini, vista la capacità di far sparire delle pippe e l’apparire di buoni giocatori, contemporaneamente risanando il bilancio.
Poi ormai tutti i media parlano di CR7 alla Juventus e, c’è poco da fare, innegabilmente il pensiero va a quando questi colpi li facevano quelli che allora erano in Via Turati.
Roma e Napoli, pur avendo ceduto qualcuno, sembrano essersi rinforzate.
Noi diamo l’impressione di esser fermi. Immobili.
E quindi, giù invettive da parte dei tifosi verso la dirigenza. Legittimo, per carità. In fondo prendere tre parametri zero non è esattamente segno di grande attività.
Però occorre anche tener conto che fino a pochi giorni fa c’era il fondato sospetto l’UEFA avrebbe potuto bloccare il mercato. Era quindi perfettamente inutile annunciare l’acquisto di giocatori che non avrebbe poi potuto concretizzarsi.

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E poi, nonostante una sostanziale assoluzione dal punto di vista finanziario delle sanzioni, rimaniamo comunque nelle condizioni di non poter sforare i parametri del Fair Play Finanziario. Che, con l’attuale bilancio, significa non possiamo certo replicare un budget di spesa come quello dello scorso anno.
Non siamo certo al mitologico “arriva uno se parte uno”, mantra obbligato dell’ultimo periodo di Galliani (adesso sappiamo anche il perchè), ma la realtà è che non siamo lontani dall’autofinanziamento, pur avendo i soldi in cassa da spendere.
I parametri sono i parametri: quelli di Nyon come quelli di Maastricht.
Qui non si tratta di avere o no le pezze al sedere. Finchè non aumenteremo il volume del bilancio (e soprattutto di alcune sue voci) non potremo spendere più di tanto.
A meno che non si scelga di star fuori dalle coppe.

 

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