Sfoglia, usa mouse e frecce
______
Dear Mr. Ceferin,
Lei è sloveno e parla perfettamente l’italiano come ben sappiamo. Mi permetto di scriverLe nella mia lingua per capire un po’ meglio quello che sta accadendo tra l’AC Milan e la UEFA.
Questo perché a leggere i comunicati stampa sorgono delle perplessità su quali siano effettivamente le non osservanze o, se preferisce, le mancate aderenze della società rossonera rispetto al Financial Fair Play.
Abbiamo visto negli anni porcherie finanziarie inaudite da parte delle solite grandi squadre, punite con un buffetto. Sponsorizzazioni gonfiate e retroattive, giocatori pagati da parti terze, bilanci che avrebbero fatto ridere chiunque li avesse letti seriamente, acquisti improbabili solo per generare plusvalenze, vendite di cittadelle sportive ai comuni solo per generare flussi di cassa. E potremmo andare avanti.
Da quanto scrivono i media, sembra che per il Milan il nucleo del problema sia “come farà Yonghong Li a ripagare il debito col Fondo Eliott a ottobre”. Se fosse vero, e speriamo di no, vorremo sapere come fanno tutte le altre società calcistiche anche solo a far mercato, poiché nessun giocatore viene pagato per contanti, ma ratealmente. Avranno i soldi per saldare gli acquisti, magari fra 2-3 anni?
Sarebbe come acquistare una casa con un mutuo, o un’auto in leasing con maxi-rata finale, e chiederne il suo esproprio perché non ci sono certezze che questa venga onorata. Anche se finora nessuna rata di ricapitalizzazione è mai saltata.
Per assurdo, questo problema dovrebbe porselo chi i soldi li deve ricevere, quell’allocco di Paul Singer, che invece si ostina ad affermare che non ci sono problemi e che, servisse, avrebbe pronti altri soldi per il cinese presunto insolvente, oltre che ad allungare i tempi del prestito.
Ma se fosse così, e speriamo di no, avreste confuso il debito dell’AC Milan con quelli del proprietario e della società controllante, magari sommandoli. Un errore talmente infantile che non crediamo che l’UEFA possa commettere in buonafede.
Anche perché, vede Mr. Ceferin, il fondo Elliot, come possessore in pegno delle azioni dell’AC Milan, subirebbe un danno economico importante (svalutazione del patrimonio) da un’eventuale sanzione su simili motivazioni e non su violazioni del regolamento.
Ha tenuto in considerazione che il fondo americano non ha alcun rapporto diretto con la UEFA e quindi potrebbe rivolgersi ad un tribunale per “procurato danno”, più una serie di altre simili accuse accessori (gli avvocati americani sono famosi per appigliarsi a tutto, pur di portare a casa la parcella), con una richiesta di risarcimento mostruosa? L'UEFA è disposta a buttar via un miliardo di euro (più spese legali)?
Lei è avvocato, formato nello studio di famiglia e quindi con una solida tradizione alle spalle: in base alla Sua esperienza, che cosa consiglierebbe ad un cliente privato che per fare un’azione dimostrativa un po’ drastica ma di effetto, si mettesse contro – arrecandogli un danno - uno dei più potenti fondi al mondo?
Siamo certi che la questione, in termini più banali, verta invece sul passivo a bilancio del Milan, che dovrebbe arrivare a circa 65 milioni di euro, quando ne sono ammessi 50 in tre anni. Ma l’anno fiscale dell’AC Milan corrisponde a quello solare. E anche qui si processano le intenzioni, visto che siamo a giugno.
Forse a Nyon avete la sfera di cristallo? Se le ricapitalizzazioni sono state effettuate tutte entro i termini previsti, il vostro timore verte sugli incassi da sponsorizzazioni? Quelli che dovevano arrivare dalla Cina e che nel business plan rappresentavano una parte importante? Ad anno fiscale in corso, sarebbe azzardato dire che non arriverà nulla o quasi? L’eventuale multa, a che titolo verrebbe erogata? E cosa ne penserebbe il TAS?
Ci pensi Mr. Ceferin: è proprio l’AC Milan su cui volete fare giurisprudenza?
Leggi il prossimo articolo
Ma non doveva esserci l’esodo?
Vai al Sommario del
Magazine di questa settimana
Magazine di questa settimana