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Una vittoria importante per la classifica, ma tutto deve finire qui?
Un Milan senza Suso riesce a segnare cinque gol, praticamente con una tripletta di Cutrone perché la spinta in rete di Kalinic conta poco, e una prestazione esaltante di Calhanoglu possono dare delle indicazioni sul Milan del futuro?
Forse sì, ma con giudizio.
La cosa più importante di questi mesi è stato lo "stile gattuso", scritto in minuscolo perché è una parola comune che appartiene a tutti i tifosi rossoneri e sportivi.
Nella partita in cui si decidevano le sorti estive e autunnali (dimentichiamoci le richieste Uefa per un momento), il Milan finisce sotto di un gol.
Poteva il dio del calcio cancellare mesi di sforzi e sacrifici così, per un movimento sbagliato di Rodriguez?
La risposta non è un sì o un no, ma è tutta nello stile gattuso, nel voler cercare il risultato a tutti i costi e il dio del calcio ha premiato questo impegno con il pareggio pressoché immediato.
Da lì la squadra che aveva preso coraggio, ha macinato gioco e gol contro un avversario sempre più arrendevole.
Per questo, se da un lato si prende atto di un fatto positivo, le conseguenze sono poi difficili da interpretare come in ogni partita di fine stagione quando si incontrano due squadre con stimoli diversi.
La manita non fa primavera, fa statistica, ma non avendo precedenti, resta un caso isolato, quasi da dimenticare in fretta.
Cosa resterà, comunque?
Cutrone, il ragazzo che ha dentro di se il gol e determinazione, il portatore in campo di quello spirito casciavit dei tifosi rossoneri.
E "Ciala", un giocatore che a novembre sembrava perso e destinato all'oblio del calcio ma che si sta rivelando come un giocatore "quasi" completo.
E poi c'è il guerriero Biglia che anche fuori dal campo si fa portatore dei dettami di Mister Gattuso coi compagni, Bonucci e Romagnoli difensori enormi, la crescita di Calabria, l'abnegazione di Bonaventura, i polmoni e gli inserimenti di Kessie, le giravolte di Suso, qualche cross di Rodriguez, la voglia di Abate, la capacità di adattarsi di Borini, lo spirito di Kalinic e Silva di entrare in campo senza la fiducia del pubblico, i passi concreti di Locatelli, l'intelligenza calcistica di Montolivo, Zapata e Musacchio sempre a disposizione.
Resterà questo, tutto questo, ma resterà anche il fatto che non è stato abbastanza per occupare una posizione migliore in campionato e anche se considerassimo il girone di ritorno, il terzo posto regalerebbe un posto al sole della Champions ma "zeru tituli".
Resta una bella cavalcata in Coppa Italia rovinata da una finale scellerata, e la possibilità di essere subito protagonisti nella SuperCoppa.
Qualcosa resta, qualcosa di importante è stato fatto, ma non abbastanza.