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Finito il campionato è ora di tirare le somme.
Dal punto di vista puramente numerico non sono stati fatti grandi passi in avanti. I numeri rispetto al campionato scorso sono più o meno gli stessi.
Ma questo non significa che non ci sia qualcosa di diverso rispetto a 12 mesi fa.
Innanzitutto, il valore della rosa (che è comunque un asset economico) è notevolmente incrementato. E questo lo si deve ala valorizzazione di gente come Cutrone, Calabria, Kessie, e persino Donnarumma, che grazie allo scellerato mega contratto, ha aumentato il suo valore.
Non siamo entrati in Champions League, vero. E questo era il nostro obiettivo. Ma occorre tener conto che fin dall’inizio, dalla prima conferenza stampa di Fassone, la società ha dichiarato che la rifondazione sarà un piano triennale, con investimenti ogni anno per migliorare la rosa.
Lasciamo perdere i discorsi sulle capacità di Mirabelli, cui tutti danno, in modo più o meno palese, dell’incompetente. Però Biglia, Kessie e Calhanoglu li ha portati lui. E anche Conti, che se non si fosse infortunato avrebbe probabilmente dato un contributo importante.
Escludiamo Kalinic, voluto fortemente da Montella e Silva, che proprio non si è adattato.
Probabilmente l’errore più eclatante è stato la conferma di Montella, che ci è costato una marea di punti nel girone di andata.
Gattuso ha raddrizzato la baracca e adesso la squadra ha una sua fisionomia.
Al di là di ciò che accadrà con la UEFA, un fatto decisamente anomalo, il Milan passerà alla seconda fase della sua ricostruzione. Adesso c’è più chiarezza su quali ruoli abbiamo delle lacune, su quali giocatori contare per il futuro, e anche quelli su cui non contare.
La ricostruzione è appena iniziata.
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