Sfoglia, usa mouse e frecce
______
Il calcio è uno sport di squadra. Si vince e si perde in 11. Nessuno vince le partite da solo. Tutte belle frasi, anzi, frasi fatte, banali e scontate.
Ma se proviamo a calarle nella realtà Milan di oggi, vediamo che non funziona proprio così.
Difesa e centrocampo più o meno il loro lavoro lo fanno.
Quello che manca è l’apporto dell’attacco. Definirlo evanescente è un eufemismo.
Abbiamo segnato meno gol di quanto ne avevamo fatti lo scorso campionato con il pescatore Bacca, accusato di ogni nefandezza, ma almeno ogni tanto la buttava dentro. Abbiamo cambiato allenatore, modulo di gioco, speso una valangata di milioni per rifare la squadra, di cui una cospicua parte per Kalinic e Andre Silva.
Ad oggi, senza alcun tema di essere smentiti, l’attacco è la vera spina nel fianco del Milan.
Probabilmente chiuderemo il campionato senza nessun giocatore in doppia cifra. Roba da retrocessione.
Se il nostro capocannoniere è Cutrone (7 gol in Serie A), pescato dalla Primavera e già destinato in prestito al Crotone, siamo oggettivamente messi male.
Silva non si capisce che tipo di giocatore sia (prima punta, seconda punta, trequartista?) e quindi dove schierarlo o a fianco di chi. Lasciamo perdere i gol fatti contro dopolavoristi nei preliminari un Europa League, in Serie A il suo contributo alla causa rossonera è stato, al momento, di soli due gol. Un po’ poco per uno che è nazionale portoghese e con un cartellino strapagato. Peraltro, il suo atteggiamento in campo non è che sembri quello di uno che voglia “spaccare la rete”. Anzi.
Kalinic è stato voluto fortemente da Montella. E ovviamente, a fronte della precisa richiesta, la Viola ce lo ha fatto pagare il giusto, come sempre capita in questi casi. La sua carriera ci dice che è un centravanti di manovra, con pochi gol a stagione (meno di una decina, di solito). E fin qui ha fatto rimpiangere Bacca e persino Oliveira. Ok, ci sono gli infortuni, ma avessimo un Milik al suo posto, siamo sicuri che i numeri sarebbero ben diversi.
Però sovviene anche un dubbio, peraltro già esternato da Gattuso: abbiamo cambiato allenatore, giocatori, e qualche modulo. Ma restiamo sterili.
“Si vede che sono io a sbagliare qualcosa”.
Che il problema sia altrove?
Leggi il prossimo articolo
Troppo tempo senza vittorie
Vai al Sommario del
Magazine di questa settimana
Magazine di questa settimana