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"Mind the gap! Mind the gap please!". Chiunque sia stato almeno una volta a Londra sarà stato mitragliato dalla voce baritonale che avvisa i viaggiatori della metro ad ogni fermata a fare attenzione al gap, alla differenza, allo spazio tra il marciapiede e il treno, ed è diventata un modo di dire ed oggetto di culto per tazze, magliette ed ogni altea forma di merchandising.
Venendo al Milan ed alle cose che ci stanno più a cuore, mind the gap non è solo un bel pub milanese rifugio di milanisti in cerca di un covo alcolico, ma anche e soprattutto uno slogan che la squadra e i tifosi devono avere ben chiaro in vista della sfida dell'Olimpico contro la Roma.
Questo perché i giallorossi, è giusto ricordarlo, sono da anni comunque espressione di vertice del calcio italiano, e quest'anno possono a ragione definirsi i primi dei normali. Infatti, al di là di Napoli e Juve, che giocano un campionato loro, la squadra di Di Francesco ha spesso regolato gli avversari non solo con la forza ormai riconosciuta di un centrocampo di grande qualità, ma anche con un gioco spesso convincente anche se non continuo, frutto di una applicazione piuttosto originale del 433, talvolta più affine ad un 4231, con Dzeko a fare il casellante per gli inserimenti dellle frecce Perotti e l'ultima scoperta Under, e della locomotiva Nainggolan, meno chiamato alla pura costruzione rispetto al gioco di Spalletti dello scorso anno.
La Roma vista in Champions League però , ha denotato una evidente stanchezza nella seconda parte di gara ed un'allergia piuttosto conclamata ai cambi di gioco. Ecco, il Milan, deve giocare una partita umile, tenendo ben presente il gap di punti in classifica, di abitudine ai vertici e il fattore Olimpico.
Però non deve avere alcuna paura di sviluppare il suo gioco arioso, che , grazie alla cifra tecnica dei suoi fantasisti di lotta e di governo, ha recentemente messo in ambasce squadre organizzate ma un po' monocordi come l'Udinese e la Sampdoria, messe nell'incapacità di sviluppare un gioco continuo. Il rientro di Kessie, chiave della battaglia a centrocampo, la scarsa propensione difensiva degli esterni romanisti e la vena di follia di De Rossi, i punti deboli da sfruttare per i nostri. Mai come adesso possiamo pensare di giocarcela alla pari, basta non pensare di esserlo prima che sia il campo a parlare.
FVCR
Antonio Toullier
P.s. Mind the gap lo dico anche a tutti quei tifosi milanisti che in questi giorni, anziché godersi il bel momento, si fanno mille domande idiote su Mr. Li dopo anni in cui hanno ingoiato bugie e castronerie mediatiche tra fiscalità spagnole e citofonate di piazzisti alla ricerca di attaccanti in saldo.
Sembrano Giacomo nella" Leggenda di Al John e Jack", quando dice al boss che risparmia loro la vita perchè crede che quattro e tre ai dadi faccia otto:" scusa boss, ma quattro e tre non fa s......?" Quello scapaccione che Giovanni gli rifila per tramortirlo e fermare la sua domanda fatalmente stupida lo darei volentieri io a questi tifosoidi. I dogmi non si discutono. Si tifano.