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Impostare il gioco con una difesa a tre o a quattro fa una certa differenza.
La discriminante non è tanto una questione di modulo, ma di movimento dei giocatori e solo chi ha vissuto sul campo il calcio attuale riesce a coglierne le sfumature.
Le dichiarazioni di Sarri al termine della partita contro il Nizza in relazione al sistema difensivo a cinque utilizzato dai transalpini dimostra ancora una volta come oggi la tattica difensiva dipenda fortemente dal modulo proprio e da quello degli avversari.
Tornando allo schema di difesa a quattro attuato lo scorso anno da Vincenzino Montella, è chiaro che i movimenti in fase di possesso erano ben oliati: si disponeva a tre, con uno dei terzini, tipicamente Ignazio Abate, che si alzava sulla linea dei centrocampisti.
Perché questo?
Semplice: se si vuole attuare il giro palla nella propria metà campo è necessario, se non indispensabile, avere tre difensori che si occupino tutta l'ampiezza, con lo scopo di costringere il pressing avversario ad aprire degli spazi e quindi cercare di colpire in quelli.
Il Milan di Montella, con una difesa a quattro, quindi, impostava rigorosamente a tre, con due centrocampisti che venivano incontro alla palla e in sostanza altri tre, di cui due aggiunti, che si ponevano nella doppia condizione di proporsi e chiudere gli spazi nel caso in cui il lancio non portasse i frutti sperati.
Molti osservatori pensano che il Milan quest'anno possa giocare con una difesa a tre, avendo tra le file tre ottimi centrali, ma non cambierebbe molto.
La differenza la potrebbe fare solo la qualità degli uomini: una difesa a tre con Zapata avrebbe qualche difficoltà in più in fase di impostazione, ma potrebbe essere solida in fase di copertura grazie alla velocità. Non è quindi così scontato che i tre ipotetici titolari di una difesa a tre siano Romagnoli-Musacchio-Bonucci, in rigoroso ordine di arrivo, perché le chiusure veloci di Zapata sono essenziali.
Questo, di fatto, è il maggior deterrente alla difesa a tre.
Il secondo è relativo al centrocampo. Con Biglia in impostazione, quindi ponendolo basso davanti ai tre, si rischia di venire colti in rapide ripartenze senza la dovuta copertura. Per questo motivo, in alcuni allenamenti, Kessie è stato schierato in quel ruolo, con il regista a fianco o leggermente avanzato. Anche queste sono prove d'intesa, tutta da vedere durante la stagione.
Per vedere una difesa realmente a tre, quindi, si dovrà attendere ancora molto. Si imposta a tre, ed è già qualcosa.