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Abbiamo capito, non oggi e non in questo campionato, ma da sempre, che ci sono delle regole che possono essere meglio interpretate di altre.
Entrate da dietro, di fianco o anche di fronte effettuate con un certo vigore possono essere fischiato oppure no, sanzionate con un cartellino oppure no e quel cartellino può essere rosso oppure no.
Lo stesso discorso vale per i falli di mano in area con le braccia lungo il corpo e calcio a pochi metri di distanza. Per qualcuno è rigore, per altri no.
Non c'è niente da stupirsi, è così, dipende dall'interpretazione dell'arbitro.
Peccato che quei punti, a fine stagione, contino e anche tanto per raggiungere o meno certi obiettivi.
Per intenderci, quel mani di De Sciglio per noi non avrebbe cambiato molto in ottica Europa League, per la Juventus avrebbe significato dover faticare ancora, perché una vittoria domenica prossima non significherebbe automaticamente scudetto.
Anche la partita contro la Roma avrebbe avuto un altro significato se il rischio fosse stato di averla così a ridosso, che si traduce in minore tranquillità, spendere qualche cartellino in più per mantenere il risultato e così via.
Eppure niente, questi trionfano indisturbati, anche se da Doha sono tornati a mani vuote, perché tutto gira nel verso giusto.
La fortuna è cieca, si dice, ma gli arbitri invece vedono quello che vogliono.
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