Il messaggio della famiglia Berlusconi E’ stato un grido di dolore per l’imprenditoria italiana

28/04/2017

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Negli ultimi giorni la famiglia Berlusconi ha preso la decisione di esporsi sul fronte cessione del Milan, rilasciando delle dichiarazioni importanti che, se pesate con la dovuta attenzione, possono dire molto e spiegare tanto.
Ha iniziato il 26 aprile Paolo Berlusconi, ex vicepresidente e consigliere di amministrazione del Milan, nonché fratello di Silvio. Paolo Berlusconi ha spiegato molto chiaramente sulle colonne della Gazzetta dello Sport come la decisione di cedere l’amato club, per Silvio, sia stata molto doloroso ma doverosa.
“Finchè Fininvest macinava certi utili il Milan poteva godere della sua epoca aurea; con la crisi di Fininvest tutto è cambiato”. D’altronde, è risaputo come i periodi di massimo dominio rossonero siano sempre coincisi coi periodi migliori di Fininvest sul piano degli utili e della massimizzazione dei profitti.
Ci ha pensato poi Marina Berlusconi nella giornata di ieri a definire la cessione del Milan “una sconfitta per tutti”. La primogenita del Cavaliere è stata molto brava a fotografare una realtà assolutamente indiscutibile con una frase ad effetto.
In essa c’era il rammarico per non aver potuto continuare nella gestione del club come era invece avvenuto nel corso degli ultimi anni e, di concerto, c’era la dignità dell’imprenditore che spiega, senza dirlo, come sia il sistema Italia ad essere malato e non certo la famiglia Berlusconi e le sue imprese.
Ci sono stati tanti tifosi rossoneri che, negli ultimi tempi, hanno ben pensato di scaricare sui familiari più prossimi del Presidente Berlusconi le colpe di una cessione del club a loro giudizio non realmente voluta da Silvio.
Queste teorie possono avere di certo un significato altamente nostalgico e possono cullare quel sentimento nobile e velenoso chiamato nostalgia che, tante volte, non ci permette di approcciare alle cose con gli occhi lucidi.
Di base però, ed al netto delle possibili simpatie/antipatie verso i familiari di Silvio Berlusconi, il nocciolo del problema è stato riassunto con perfetta eleganza dalle parole misurate ma ferme di Paolo Berlusconi e di Marina Berlusconi. Non due personaggi qualsiasi, bensì due persone di cui Silvio si fida ciecamente.
In Italia, oggi, trovare magnati munifici è una impresa totalmente impossibile perché il livello di tassazione uccide le imprese e le costringe a disinvestire su tutto il resto, comprese le eccellenze del panorama nazionale che possono ben essere rappresentate da alcune squadre di club.
Non a caso, l’unica squadra che, da anni, domina incontrastata in Italia è la Juventus, detenuta da una società che ha scientemente scelto di spostare la sua sede fiscale in Olanda dopo avere per tanti anni privatizzato i profitti e collettivizzato le perdite.
Il grido di dolore lanciato dalla famiglia Berlusconi porta con sé inevitabilmente queste considerazioni e queste criticità che è impossibile non notare. Sarebbe utile iniziare a prenderne atto prima di osteggiare l’arrivo degli orientali per partito preso e prima di lanciarsi in lodi sperticate e totalmente acritiche verso la “virtuosa Juventus”.

Capitan Uncino




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