Crotone-Milan: col coltello tra i denti Ridiamo la squadra ai giovani italiani e proviamo a portarla a casa

28/04/2017

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"In un villaggio vi è un solo barbiere, un uomo ben sbarbato, che rade tutti e solo gli uomini del villaggio che non si radono da soli. Il barbiere rade sé stesso?
Se, come apparirebbe plausibile, il barbiere si radesse da solo, verrebbe contraddetta la premessa secondo cui il barbiere rade solo gli uomini che non si radono da soli. Se invece il barbiere non si radesse autonomamente, allora dovrebbe essere rasato dal barbiere, che però è lui stesso: in entrambi i casi si cade in una contraddizione".
E' il paradosso del barbiere, una antinomia formulata dal filosofo Bertrand Russell nei primi anni del secolo scorso.
Essa può essere banalizzata in un qualcosa che è tutto e il contrario di tutto. Proprio come questa annata del Milan, che volge alla mesta conclusione.
Mesta perché, qualunque sia il risultato finale della ammissione ai preliminari di EL, non si riesce proprio a dare un significato preciso a quanto accaduto alla squadra rossonera.
Da qualsiasi punto di vista lo si guardi è un campionato paradossale, in cui elementi di soddisfazione come la crescita dei giovani e l'impianto italiano della rosa, vengono contraddetti dalla inspiegabile gestione di Locatelli e De Sciglio, il primo confinato in panchina per far posto ad un Sosa dal poderoso passo da golfista seniores, o, peggio, ad un Mati che per muoversi anche su un campo da golf userebbe l'auto elettrica.
E che dire di De Sciglio, altra antinomia, penalizzato dall'impiego ostinato sulla fascia sinistra nonostante Vangioni e Antonelli, esposto a magre figure in un momento di smarrimento esistenziale, e per questo gravato pure da quel macigno che è la fascia di capitano. Con il risultato di cambiarlo tra i fischi e fare lui e la sua incolpevole famiglia oggetto di minacce e violenze di qualche eroe del dieci contro uno, che anziché picchiare le signore di mezza età, dovrebbe farsi un tour proctologico nelle patrie galere.
Con ciò si capisce che è Montella il paradosso più grande, capace di alzare un trofeo contro la prossima vincitrice della Champions ma fisiologicamente incapace di preparare le gare contro le "piccole" con le quali il Milan ha perso gran parte del tesoro accumulato fino a dicembre.
E il Crotone da combattimento che ci aspetta promette battaglia all'ultimo sangue, quello di una città uno stadio e un mister che non vogliono mollare e di un Falcinelli che sarà il terminale offensivo di una squadra tutta ritmo che proverà a sfruttare il primo grande caldo di stagione per farci passare un brutto pomeriggio.
Ridiamo il Milan ai giovani italiani e proviamo a portarla a casa, perché di partite come quella con l'Empoli, per dirla con Camilleri, ci siamo rotti davvero i "cabasisi".

Antonio Toullier

P.s. Per chi non lo sapesse, il termine "cabbasiso", o "cabasiso" molto prima di indicare quei particolari attributi maschili, ha una etimologia araba (habbhaziz), che indica il frutto di un arbusto, dalla forma sferica ricoperta di peluria.
Ciò non fa che confermare che certi nomi nascono con un destino, quello di essere portati da un tizio capace di calciarsi un rigore sui piedi, alzare palloni al secondo anello, sbagliare piede a mezzo metro dalla porta, e mandare su tutte le furie i tifosi del Milan che un centravanti vero se lo sognano anche la notte.
Quindi ecco l'antinomia, il paradosso del centravanti": se il cabasiso è una bacca possiamo non dire che Bacca è un cabasiso?"
FVCR




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