Milan-Fiorentina: un’altra scogliera da scalare Secondo scontro diretto per l’Europa League da affrontare in emergenza

17/02/2017

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Pointe du Hoc: il Promontorio dell’Oca, è una scogliera a picco sull’Atlantico che domina due spiagge della Normandia. Il 6 giugno del 1944, il giorno dello sbarco, passò alla storia ed al senso comune per indicare una missione impossibile.
Questa scogliera a picco dominava le due spiagge sulle quali sarebbe dovuta sbarcare la forza di invasione americana, le famigerate “Utah” e “Omaha”, il cui tragico tributo di sangue è stato immortalato da Spielberg nei primi strazianti minuti di “Salvate il Soldato Ryan”. Ma se lo sbarco, seppure ad un prezzo altissimo, riuscì comunque, lo si dovette alla distruzione delle artiglierie che i tedeschi avevano installato sul promontorio. Toccò a 225 Rangers al comando del Colonnello Rudder la missione impossibile di sbarcare sulla spiaggetta, scalare la scogliera perfettamente verticale sotto un inferno di fuoco nemico, e senza farsi scaraventare sotto mettere fuori combattimento le postazioni tedesche. Un apparente suicidio, eppure ci riuscirono.
Lunedì vedendo la partita dell’Olimpico del Milan, giocata pochi giorni dopo l’odissea di Bologna, non ho potuto fare a meno di fare una similitudine tra i ragazzi di Montella e quei fegatacci in divisa che settant’anni fa scalarono quella scogliera.
Con una squadra falcidiata da infortuni e squalifiche, con sei undicesimi totalmente nuovi, reparti rivoluzionati, il Milan sotto di un gol per un rigore discutibile, ha passato un secondo tempo a farsi buttare giù dalla scogliera e a farsi mitragliare dalle ripartenze laziali.
Eppure hanno resistito, aggrappati ad un portiere fuori dal tempo, che per la prima volta può rinverdire i fasti di Zamora, il leggendario portiere spagnolo degli anni ’30 che si diceva ipnotizzasse gli avversari per indurli a tirare dove voleva lui.
Ed anche ad una coppia di spagnoli che a dire della stampa inutile e dannosa si odierebbero dalle giovanili ed in realtà sono gli unici a cercarsi, come gli Highlanders in un deserto tecnico abilmente confezionato dalla dirigenza incapace che ci ritroviamo, speriamo solo per qualche giorno ancora. E così il primo dei due scontri diretti per l’Europa League non solo ci ha visti imbattuti ma anche prendere un vantaggio di classifica nei confronti dei biancazzurri.
Adesso tocca alla Fiorentina, che si presenterà a San Siro forte dei suoi attaccanti fantasiosi ma anche piena delle sue contraddizioni, e con una partita di Europa League nelle gambe di tutti i titolari.
Per il Milan e l’ottimo Montella, timoniere di una ciurma di ragazzini e di reietti che non si arrende mai, è un’altra scogliera da scalare. Il vantaggio di qualità ancora una volta arriderà alla squadra avversaria, forte di una disposizione all’offensiva ritrovata dopo un girone di appannamento coinciso con l’eclissi dei suoi cardini Borja Valero e Ilicic, che avrà dalla sua il ritorno di Bacca a fungere da zaino pieno di pietre sulle spalle dei compagni, e la conferma forzata di almeno uno dei centrocampisti per insufficienza di prove, al secolo Bertolacci o Pasalic.
Forse la conferma di Sosa, contro una squadra che soffre le giocate verticali come la viola potrebbe risultare utile, ma Montella saprà cosa fare, soprattutto contro la sua ex squadra, anche a costo di modificare in corsa il modo di schierarsi in campo. Da 4-3-3 a 4-2-3-1.

Antonio Toullier

P.S. Il colonnello Rudder, per la sua eroica impresa, fu insignito di onorificenze di ogni tipo, e poco importa che i cannoni tedeschi fossero stati spostati il giorno prima, la sua impresa fu ritenuta comunque e giustamente straordinaria.
Montella per il lavoro eccellente fin qui svolto invece, pare abbia ricevuto dalla proprietà critiche feroci e il disonore di essere considerato un usurpatore del posto che doveva essere di quel fenomeno che ci ha fatto perdere la Coppa Italia attaccando il lato corto.
Spero vivamente che i nuovi proprietari abbiano una visione che vada al di là di una filosofia del calcio irrimediabilmente invecchiata di pari passo con colui che ne aveva realizzato la visione futuristica.
E che Montella sia ancora qui il prossimo anno a scalare di nuovo con noi.




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