Milanismo emozionale! Meno male che ci questi sbarbati che con cuore ed impegno stanno alimentando un sogno

20/01/2017

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Il calcio senza emozioni sarebbe già morto, ed anche se stanno facendo di tutto per rovinare questo meraviglioso sport, siamo ancora lì ad imprecare e gioire dietro ad un semplice pallone.
Il Milan di questi ultimi anni aveva fatto venire il latte alle ginocchia: era diventata una noia seguire la nostra squadra del cuore.
Non erano solo i risultati scadenti a farci venire il voltastomaco seguendo i vestiti di rossonero sul triangolo di gioco, ma erano i valori che essi trasmettevano. Gente indolente, arrogante, che pensava di esser arrivata all’apice una volta indossata la nostra maglia, non capendo che era lì il punto di partenza.
Il tifoso era avvilito; quell’armata di campioni che dominava nel mondo all’apice dell’era berlusconiana, era prima di tutto una squadra di uomini veri, ormai in via d’estinzione nei boschi di Milanello.
Finalmente quest’anno si intravede qualcosa di nuovo. Un allenatore pacato ma capace di farsi seguire, senza prendere a manate i cartelloni pubblicitari, ed una rosa di ragazzi che gioca con una spensieratezza che ha portato consapevolezza nei propri mezzi. Una compagine di giovincelli pronti a giocarsela sempre, di suonare il solito spartito in qualsiasi condizione, che sia favorevole o meno.
Questo è già un grande merito per Montella: aver ridato al pubblico milanista la gioia di vedere la propria squadra e quella trepidante attesa della partita.
Lunedì si è rischiato il capitombolo a Torino, eppure non si era giocato male anche nel primo tempo. La trasferta allo stadio granata è sempre insidiosa per chiunque, proprio per il temperamento dei padroni di casa quando incontrano le big del campionato.
Si è partiti con il solito gioco di palleggio, però è mancata la cattiveria che sommata ad un po’ di confusione difensiva ci ha portato sotto di due reti, quasi tre se Ljalic non ci avesse graziato dal dischetto. Il Milan del secondo tempo è stato un po’ più attento e deciso, meritando di pareggiare e rischiando di vincere, ma anche di perdere onestamente.
Quando l’età media è così bassa, il rischio di non esser costanti nell’arco della stagione è inevitabile. Anche se è un po’ l’indole delle squadre “Montelliane”. Team capaci di far vedere un gioco piacevole ai palati innamorati del palleggio, ma poco fisico e nervoso, qualità comunque importanti in alcune gare in cui bisogna dare la sterzata d’impatto.


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Però - per ora - siamo contenti così: c’è anche gusto a veder crescere pian piano un gruppo di ragazzi italiani, tra cui alcuni cresciuti nel proprio vivaio. Chiaramente questo non può bastare per competere ad alti livelli, quindi per vincere, parola che deve sempre esser accostata ad una società blasonata come la nostra. Per tutto il resto bisogna aspettare la risposta della dirigenza o delle dirigenze, chi ci capisce è bravo.
Il vecchio proprietario non ci vuole metter soldi, anche giustamente diciamo noi. Però è anche vero, che il vecchio dirigente potrebbe anche darsi da fare e vendere per autofinanziare il mercato di gennaio.
Lo sappiamo chiediamo troppo, cosa ci si può aspettare da uno che grida ai quattro venti l’incedibilità di Sosa, credendo di aver fatto l’impresa. Non parliamo poi dei futuri possibili capi, visto che si parla di un fondo. Sono completamente presi a capire da dove far uscire i soldi dalla Cina, che stanno tralasciando quello che di più importante c’è per il tifoso, l’aspetto sportivo.
Mai come adesso questa squadra meriterebbe l’appoggio della società anche per esser rinforzata.
Complimenti vivissimi a tutti, prima o poi faremo i conti.
Meno male che ci sono loro, questi sbarbati, che con cuore ed impegno stanno alimentando un sogno chiamato Champions!
FVCR

YouRedBlack




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