Napoli-Milan: presentazione della partita Bisognerà tener botta alla prevedibile aggressione dei partenopei all’inizio

26/08/2016

Sommario di questa settimana

Sfoglia, usa mouse e frecce

______

Circo: il circo è uno spettacolo dal vivo articolato in varie esibizioni quali numeri aerei, acrobazia ed equilibrismo al suolo, giocoleria, comicità eccentrica e arte del clown, addestramento di animali e arte equestre, esibizioni di rischio (da Wikipedia).
Sono sempre più convinto che l'esibizione di domenica scorsa, complice anche l'orario pomeridiano da popcorn e Coca cola, abbia avuto tutte le caratteristiche proprie del circo nella sua accezione moderna. Dai numeri di acrobazia del trapezista colombiano, capace di un triplo salto mortale con pallone portato a casa; all'addestramento (inutile) di alcuni animali pascolanti nel centrocampo rossonero; alla comicità eccentrica dell'arbitro capace di fischiare un rigore pieno di giocoleria e comicità, con due clown avvinghiati a centro area di cui uno con il costume strappato. Per concludersi col numero aereo del bambino prodigio che quasi sul sipario ha strappato Oooh di meraviglia e giubilo a tutti noi ed in particolare al suo procuratore, che già vede aumentare il jackpot della sua - speriamo lontana quanto inevitabile - cessione, che gli permetterà di comprarsi qualche altra villa già appartenuta a vip più o meno onorabili.
Ma il circo è anche un'altra cosa: nell'antica Roma, il circo era il luogo nel quale si disputavano le gare di corsa dei cavalli. Nei circhi si svolgevano anche spettacoli di diverso tipo: ad esempio i combattimenti di gladiatori e le esecuzioni capitali pubbliche, eseguite esponendo il condannato alle belve feroci (ad bestias) o per crocifissione.
Qui il tono si fa diverso, perchè sabato si va al San Paolo, che a parte il nome evocativo dell'epoca protocristiana, conserva sempre quelle caratteristiche di arena tardo-romana, di luogo in cui, bene che vada, devi batterti come un gladiatore per uscire indenne, e non finire tra le fauci delle belve azzurre e del suo scatenato pubblico che ben avrebbe figurato in film come Quo Vadis e Ben Hur.
L'ambiente sarà come sempre incandescente, perchè a furia di ripetere come un mantra che la partenza di Higuain non avrebbe cambiato nulla, Sarri ha finito per ingolfare il motore dei suoi uomini, che a Pescara - ansiosi di dimostrare che in attacco si poteva giocare meglio che quando c'era il Pipita - hanno finito per scoprirsi in modo indecente alle ripartenze fulminee dei ragazzi del bravissimo e capacissimo Oddo, finendo sotto per due a zero.
E bene è andata che Mertens, tante volte utile come una canoa nel deserto, abbia per una volta indovinato una serata di fortuna come il fantozziano Duca Conte Semenzara a Montecarlo, altrimenti lo psicodramma strisciante dei partenopei era bello che partito.
La voglia di rivalsa e di dimostrare dinanzi al proprio pubblico di essere i migliori anche senza il cannoniere traditore, la stessa che li sta spingendo alla mossa suicida di privarsi di Gabbiadini in favore di qualche boscaiolo da area di rigore, come Kalinic o Zaza, sarà la spinta psicologica che dovremo temere di più sabato sera.
Ad inizio partita l'aggressione sulla palla degli uomini di Sarri sarà asfissiante e durerà fino al loro vantaggio o fino al primo momento in cui rifiateranno.
Sarebbe buono se il Milan riuscisse, con la costante minaccia portata dai sui esterni, a limitare o meglio annullare la spinta dei laterali azzurri, costringendo il Napoli a far passare l'azione dai centrali di centrocampo, moto più lenti e attaccabili, e anche mettendo pressione alla coppia difensiva, fortissima fisicamente ma con la testa altrove a mercato aperto.


Libro per veri tifosi rossoneri

2.99

Ma soprattutto, al di là delle alchimie tattiche, la squadra rossonera, già rabberciata in difesa a causa della tragicomica espulsione di Paletta (e con un Antonelli apparso in condizione fisica pari a quella di un fossile), sappia per una volta credere nelle idee di gioco, sviluppi una partita non solo di lotta e di eroismo, dove persino manovalanza come Poli e Kucka riesce a rendersi utile, ma anche di governo del pallone e dei ritmi della partita. Così facendo otterrebbe il duplice vantaggio di gestire i tempi di gioco e, soprattutto, di far partire lo psicodramma collettivo, sotto forma di contestazione e costernazione nei confronti della squadra e della società, da parte di un pubblico che, per caratteristiche temperamentali ci mette due minuti a passare da Commodo a Massimo Decimo Meridio, come già avvenne tanti anni fa, con Marco Van Basten nei panni del gladiatore che conquistò Napoli con i suoi gol. E vorremmo tanto che la storia si ripetesse.
P.S. Il mercato è ancora aperto e dunque come promesso non mi pronuncio per un bilancio provvisorio e parziale. Ma oggi, giovedì, leggo che starebbe arrivando un'offerta indecente del Chelsea per Romagnoli. Io stimo il ragazzo e lo ritengo un futuro ottimo giocatore. Ma 45 milioni non li vale nessuno che giochi in difesa e che non si chiami Franco da Travagliato o Paolino da Milano.
Per cui ritengo doveroso che di fronte ad una simile offerta, se confermata, Fininvest o no, plusvalenze o no, commissioni o no, cinesi o no, venga presa una decisione, da chiunque, sia l'Onu, Putin o Papa Francesco, che Romagnoli sia ceduto con tanti auguri per la sua luminosa carriera. E che il ricavato vada finalmente impiegato per evitare che bestie e clown di vario genere continuino a vestire indegnamente la maglia con i nostri colori così che il circo di periferia lasci il posto al Cirque du Soleil.
FVCR

Antonio Toullier



Se ti è piaciuto, condividilo!

Leggi il prossimo articolo
Cattivi pensieri e domande scomode



Vai al Sommario del
Magazine di questa settimana

Leggi e sfoglia la miglior rassegna stampa rossonera: Milan7.it/rs