Milan-Torino: presentazione della partita Per Montella buon tridente in attacco ma coppia da brividi in difesa

19/08/2016

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“Domenica ripartiamo con il campionato, mi fai il prepartita?... oh mi raccomando...".
Le parole del Direttore di M7, dettate dal buon senso ma anche dalla preoccupazione, esprimono tutta la consapevolezza che chiunque si trovi in questi giorni a scrivere di Milan rischia di incorrere in Daspo e scomuniche più o meno autorevoli, causa una situazione davvero insostenibile.
Persino i profeti dell'ovvio, gli stessi che per anni non si erano mai accorti dello scempio che veniva perpetrato ai danni del Milan, oggi scomodano scenari apocalittici, inquietano poeti del dolce stil novo (confondendoli tra loro), criticano mercato, rosa, squadra, closing, vecchia e nuova proprietà, il tutto però senza mai indicare per nome e cognome un colpevole dell'attuale disastro, che da oggi anche noi, per non essere da meno, manzonianamente chiameremo l'Innominato".
La situazione è come detto critica. I letterati da settimana enigmistica scomoderebbero l'Alighieri per descrivere i tifosi ed il Milan stesso come "nave sanza nocchiere in gran tempesta"; ma per noi che amiamo il cinema, è più emblematica una scena de "Lo squalo", - quello vero, quello di Spielberg - non quelle brutte copie che avrebbero insozzato il genere "thriller pelagico" ricorrendo ad ogni prodotto di pescheria, dalla piovra al calamaro. passando per barracuda e piranha.
Ecco, io il Milan lo vedo come Quint, il cacciatore di squali, il quale, raccontando del suo tragico naufragio in tempo di guerra e della lotta per sopravvivere nell'oceano infestato di squali, diceva che il momento peggiore di quell'esperienza era quello in cui aspettava di essere tirato sulla nave giunta a soccorrerlo.
Al pari il Milan e i suoi tifosi, abbandonati in un mare infestato di squali, dal presidente che ha mollato la baracca in cambio di tanto denaro, sono in quella medesima situazione.
I cinesi, venuti a salvarci, stanno per tirarci a bordo una volta effettuato il closing. Ma fino a quel momento saremo in balia del mare e degli squali che vogliono divorarci sempre più famelici, sempre più voraci.
Ed ecco il solito mercato senza senso, che regala a Montella per la prima contro il Torino in pratica la stessa squadra dell'anno scorso, senza esterni, senza centrocampo di qualità, un bel trattore insomma, buono per arare i campi del centro classifica, in sintonia peraltro con le gambe e le braccia sottratte all'agricoltura ed alla pastorizia di parecchi componenti dell attuale rosa.
Il problema è che Montella ama le auto da corsa, le sue squadre impongono il gioco, fanno girare palla, spostano spesso fronte di attacco, cosa impossibile con la ciurma in gran parte inutile che un Innominato ha confezionato per lui. Così, senza uno straccio di progetto, con ultratrentenni strapagati, con argentini sconosciuti e uruguagi dalla tetra fama, andiamo a confrontarci col nostro recente passato, il mandriano Sinisa che invano aveva provato a guidare il branco di ovini messogli a disposizione lo scorso anno, e miseramente finito con un esonero in vista del traguardo, in tempo perché il suo successore si facesse sorpassare dal Sassuolo.
Anche lui, però, non dorme sonni tranquilli, visto che al Toro il suo presidente, forse troppo preso dalla sua bulimia editoriale, gli ha fatto trovare una squadra svuotata, come quelle città finte dei set dei film western d'Almeria, belle da vedere ma senza nulla dentro.
Così senza Maksimovic e Glik, Immobile e Bruno Peres, al tecnico serbo non resta che fare di necessità virtù e piazzare un bel 4-4-2 e via andare.
Quanto a Montella, proverà a schierare il più che discreto tridente formato da Bacca, Suso e il pirotecnico Niang, magari non tentando di fare possesso a tutti i costi, atteso che i centrocampisti attuali potrebbero fare possesso solo mettendo il pallone nei calzoncini, e nulla di più.
In difesa il film horror garantito dalla chierica di Paletta, e dall'incerto Romagnoli, che specie se attaccato in campo aperto, ci fornirà i giusti brividi di una proiezione pomeridiana, magari in un cinema parrocchiale, peraltro adeguato al calcio che andremo ad ammirare.
E così, signore e signori andiamo ad incominciare, in attesa che la nave ci tiri su.
P.S. Ricordate cosa diceva Quint che facevano i naufraghi nell'attesa del salvataggio? Battevano i piedi e si stringevano stretti, in quadrati. E così vorrei che facessimo tutti noi, fratelli milanisti, domenica battiamo i piedi, stringiamoci tutti, gridiamo.
Gli squali, chissà, potrebbero avere paura e togliere il disturbo.
O magari i cinesi sulla nave li cacceranno via.
E allora saremo salvi.
FVCR

Antonio Toullier



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