Il difficile compito di Galliani Acquisire giocatori senza caricare il bilancio

19/08/2016

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Per una volta dobbiamo dare atto a Galliani di avere praticamente le mani legate e di esser costretto ad andare in giro a fare figuracce. Purtroppo, il suo ruolo, in questo momento, è quello di fare proposte al limite del ridicolo, e la possibilità che gli ridano in faccia sono decisamente alte.
Parliamo dello strano mercato del Milan, frutto di una vendita societaria non ancora conclusa (e quindi non operativa), che non consente di operare in modo tradizionale, se non attraverso l’autofinanziamento, o il prestito con diritto di riscatto.
Quest’ultima formula di fatto graverebbe sul bilancio societario unicamente per lo stipendio del giocatore e non implica automaticamente il futuro acquisto, lasciando la scelta ai nuovi proprietari, che non avrebbero vincoli di sorta. In pratica una sorta di prestito.
L’autofinanziamento implica la vendita di giocatori per avere le risorse economiche che renderebbero possibile l’acquisto di altri giocatori. L’esempio più lampante è il tentativo – per ora fallito – di cedere Bacca per una trentina di milioni. Un gruzzoletto (per usare le parole di Galliani) che ci consentirebbe di acquistare almeno un paio di giocatori. Ma Galliani storicamente non è stato mai bravo a vendere giocatori...
In mancanza di fondi, invece, il Condor sta rimediando brutte figure a livello internazionale chiedendo giocatori con la formula del diritto di riscatto anziché l’obbligo.
Situazione imbazzante, visto che le società che cederebbero dei giocatori, corrono – e non vogliono farlo – il rischio di ritrovarsi uno sgradito pacco di ritorno il campionato successivo. Se il giocatore mi serve lo tengo, se no lo vendo. Riaverlo tra un anno, per giunta in astio con la società, ripropone il problema, esacerbandolo.


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Cosa accaduta a noi con Matri, per esempio, Paletta e Suso, tanto per far dei nomi. Giocatori di cui non si sa che farsene, il cui cartellino pesa sul bilancio, e che ripropongono – quasi sempre – il problema di mandarli via, ma che nessuno acquista per l’alto valore del cartellino e/o dell’ingaggio. A meno che non si voglia mandare il giocatore a maturare o fare esperienza, ma allora si fa un prestito secco o c’è la “recompra”, però i casi Morata sono pochissimi.
Ed ecco allora Galliani fare il giro delle sette chiese, rinverdire contatti e amicizie (vere o presunte), chiedere favori, quasi implorare, per avere i prestiti con la formula del diritto di riscatto, spiegando bene che l’attuale dirigenza non può impegnarsi se non per un orizzonte temporale di pochissime settimane. Lui al massimo potrà mettere una buona parola con chi verrà.
Un po’ come andare nella casa di montagna di un amico, vedere il SUV che usa solo i weekend e chiedergli: “me lo presti per un anno? La benzina però ce la metto io!".
Speriamo che sia convincente.

 


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