E se la vendita fosse un pacco? Sono molti i dubbi e i segnali negativi che fanno pensare molto male

22/07/2016

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E se fosse tutta una speculazione finanziaria, anche se di alto profilo?
Siamo stati anni a prendere in giro i cugini perché Moratti alla canna del gas e pieno di debiti aveva ceduto la maggioranza delle quote societarie a un indonesiano, già socio di minoranza di una squadra di basket NBA. Thorir non aveva nessuna intenzione di risanare l'Inter, ma si sussurra, di generare ulteriori perdite attraverso capitali che lui stesso prestava a tasso di usura. Peraltro usando l'Inter come una bella “lavanderina”.
Alla fine il giochino stava esplodendo di nuovo (pare che avessero liquidità sino ad agosto) e debiti fin sopra i capelli, al punto da essersi venduti i futuri incassi dello stadio. Thorir ha passato Suning un bel pacco di debiti guadagnandoci pure per il disturbo.
E se capitasse la stessa cosa al Milan?
Un fondo finanziario con dentro gente più o meno miliardaria cui il calcio frega il giusto, che magari farà grandi operazioni di marketing (con le proprie rispettive aziende) ma che userà il Milan unicamente come media (nel vero senso del termine) cioè un mezzo con cui far profitti loro. Magari con operazioni di finanza più o meno spregiudicata stile Thorir.
Sappiamo che ai compratori cinesi il calcio non interessa particolarmente. Si, certo, ne vedono il business, ma a casa loro. Perché dovrebbero far investimenti importanti sul Milan, una società lontanissima dai loro obiettivi? E se oltre all'acquisto delle quote non scucissero in euro per il mercato (in fondo i giocatori, anche se scarsi, ci sarebbero). Perché investire se non si vede un ritorno del capitale? Questi non sono arabi.
Qualcuno potrebbe obiettare che dietro l'operazione c'è il presidente cinese, la Dalian Wanda (leggi Infront) e tanti altri attori. Ma sembra proprio che chi metta i soldi per l'acquisto non necessariamente abbia lo stesso scopo di business. Anche se qualcuno opera nello stesso settore delle energie rinnovabili, al pari di Gancikoff.
In molti hanno ipotizzato che l'acquisto del Milan fosse un'opportunità (tra le tante) per esportare in modo più o meno legale grossi capitali fuori dalla Cina prima di una devastante svalutazione del renmimbi.
Quindi ci potrebbe esser gente che prende il nostro Milan solo come “bene rifugio”, da mantenere ma non da incrementare attraverso investimenti. Un po' come acquistare un palazzo storico un po' decaduto e limitarsi alla normale gestione anziché fare i restauri necessari.
I cinesi sono noti per la loro spregiudicatezza nel business. Sono i più grandi giocatori d'azzardo del pianeta, vero vizio nazionale.
Il rischio esiste. Speriamo in bene.



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